Politica

Giustizia, per il Governo è ‘questione’ di fiducia

(Red) “Ho chiesto al consiglio dei ministri l’autorizzazione a porre la fiducia in Parlamento” quando si arriverà a discutere il testo. “Questo è il punto di partenza. Ma siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico. Siamo molto disponibili a questo. Se ci fossero miglioramenti si tratterà di tornare in cdm per chiedere l’autorizzazione della fiducia anche sui nuovi testi”. Queste le parole del Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi che poi apre ad eventuali modifiche sulla Riforma Cartabia. “C’è tutta la volontà ad accogliere modifiche” alla riforma della giustizia ma devono essere di “carattere tecnico e cioè non stravolgere la riforma e devono essere condivisi”, aggiunge il premier che, in risposta alle parole di Conte nei giorni scorsi, dice: “Nessuno vuole sacche di impunità, nessuno vuole stabilire soglie di impunità. Processo rapido e tutti i colpevoli puniti. Nessuno è a favore dell’uso della dilazione dei tempi, nell’uso della prescrizione, come avveniva anni fa. No, no, no”. “Si arriva a chiedere la fiducia quando si ha la certezza che certe differenze sono incolmabili. Ma non è una minaccia. Per garantire un periodo minimo di permanenza delle riforme che facciamo bisogna che siano condivise”, dice il premier. “Una riforma così deve essere condivisa. Non è nemmeno giusto minacciare la consultazione elettorale se non approvi una riforma così complessa”, aggiunge Draghi. “Il fatto di chiedere la fiducia può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco, durante o dopo il semestre bianco- aggiunge Draghi- ma la diversità è molto sopravvalutata. Anche perché tre o cinque giorni prima non fa molta differenza visto che non ci sarebbero comunque i tempi per organizzare la consultazione elettorale. Non è con una minaccia di questo tipo che si fa una riforma così complessa”.

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