Politica

Daniele Franco (Economia): “Non è sul tavolo l’introduzione di nuove forme di tassazione patrimoniale”

(Red) Nel documento delle commissioni Finanze sulla riforma fiscale “non si parla di patrimoniali, mi sembra un’indicazione politica, vuol dire che non sono sul tavolo. Noi abbiamo già delle forme di tassazione che sono patrimoniali, le imposte sulle proprietà ci sono, non è sul tavolo introdurre una forma di tassazione patrimoniale nuova”. Così il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso dell’audizione al Senato.
Il responsabile del Tesoro ribadisce la necessità di “una riforma ampia e organica”, perchè “non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta”. Il sistema necessita di “un profondo rinnovamento delle imposte nelle loro caratteristiche e nel loro funzionamento”. Le risorse disponibili per la riforma sono un tema “fondamentale”. Per l’alleggerimento del prelievo non “possiamo mettere a rischio la tenuta dei conti, in particolare in questa fase”. Quindi le coperture andranno “gestite nell’ambito delle prossime sessioni di bilancio”. Ora “non siamo in grado di definire i margini”, aggiunge Franco. Le prospettive sono “soggette a un elevato grado di incertezza”. Per ridurre in modo strutturale il peso del fisco, aggiunge Franco, bisogna “agire per contenere la spesa pubblica sul Pil”, un’azione che si può ottenere da “un aumento dell’efficienza dei programmi di spesa. In assenza di un intervento coerente sulla spesa non si può di per sé perseguire la riduzione strutturale del carico fiscale”, ha sottolineato. “Le nostre prospettive di crescita sono influenzate dall’andamento della pandemia. Attualmente abbiamo una accelerazione della nostra economia, ci aspettiamo una crescita quest’anno dell’ordine del 5%. Alcuni previsori hanno anche delle previsioni leggermente superiori al 5%, ma l’incertezza è legata alle varianti che potrebbero cambiare le aspettative e quindi rallentare la crescita”. “Sul cashback abbiamo visto 6 mesi con effetti positivi sull’incremento delle transazioni elettroniche, si tratta di valutare se il costo sopportato, un miliardo e mezzo, avesse un beneficio adeguato. Se pensiamo che il beneficio resti valido, allora, dopo la sospensione fino a dicembre, si può riattivare per il primo semestre dell’anno prossimo”. Il mantenimento dell’Irap “non appare più giustificato, c’è un’esigenza di semplificazione”, ha aggiunto. Il ministro apre anche a una revisione “per la semplificazione dell’Iva”. Ridurre l’evasione dell’Iva e avere un’imposta più semplice ed efficente non esclude che il legislatore “possa agire sul livello delle aliquote ridotte e sulla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote”. Interventi che possono anche avere luogo “a parità di gettito”, osserva.

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