La guerra di Putin

Gli eserciti russo e ucraino cercano altra gioventù per il fronte, in vista di una guerra lunga 

di Giuliano Longo

Un anno e mezzo di “operazione militare speciale”  ha  posto fine al concetto di ”blitzkrieg” che Putin aveva in mente con la rapida conquista dell’Ucraina e la caduta di Zelnsky.

Esito che rivela l’impossibilità  combattere contro l’Occidente “collettivo”  supportato da una potente coalizione e mezzi di intelligenza tecnica, ma anche con la comparsa di formazioni “partigiane “ che ora agiscono con azioni di sabotaggio e rapide incursioni  non solo in Crimea e al confine russo e non solo. 

Fallisce anche l’esercito a contratto che non era del tutto preparato per le sfide poste dall’operazione speciale anche per  una grave carenza di personale. Nè la mobilitazione parziale, annunciata in Russia con grande clamore lo scorso anno, ha permesso stabilizzare definitivamente la linea del fronte e mettersi sulla difensiva.

Che  la difesa russa si sia dimostrata  abbastanza efficiente anche a giudizio dei commentatori occidentali, non può nascondere che oggi l’esercito di Putin gioca solo una partita difensiva sui cosiddetti “territori liberati”, che forse permetterà di mantenerne il controllo esaurendo parzialmente le risorse di Kiev. 

Infatti  al momento non ci sono prove che le forze armate ucraine stiano irrompendo nelle ridotte russe indipendentemente dalle loro perdite, che sicuramente ci sono, ma non in misura devastante, mentre probabilmente le perdite di Mosca si equivalgono nonostante la nebbia dei numeri di propaganda.  “L’operazione speciale” oggi in  difesa da quasi un anno, suggerisce che il comando russo non è pronto a correre rischi. 

Diverse ondate di mobilitazione in Ucraina hanno determinato una certa superiorità numerica di Kiev , che grazie agli aiuti dell’Occidente, neutralizza la superiorità tecnica dell’esercito russo. 

Secondo ambienti dell’oltranzismo russo l’unica cosa che resta da fare allora è ricostruire l’esercito , che, unito alle migliori armi, dovrebbe prendere il controllo di nuovi territori e costringendo di Zelensky a decisioni impopolari.

Nelle elites del Cremlino serpeggia anche una criptica discussione se sia necessaria o meno una nuova mobilitazione, soprattutto a fronte agli inequivocabili segnali di escalation del conflitto che molti,anche in Occidente, ritengono possa protrarsi per tutto il 2024. 

Fra i dubbi che inducono ad evitare un altra mobilitazione c’è l’opposizione di una parte considerevole della società russa, che potrebbe creare tensioni che il Cremlino vuole evitare.  Quindi , fino a quando la situazione sui fronti non si trasformerà in una catastrofe, come una ritirata, non verrà presa una decisione sulla mobilitazione. 

E’ indubbio che decenni di liberalizzazione e occidentalizzazione della società russa hanno portato gradualmente alla carenza di volontari favorendo l’istituzione  il pericolose milizie private come la Wagner e comunque facendo crollare il mito della “gloriosa armata rossa”. 

Per di più la situazione demografica della Russia, come per altri paesi occidentali, è più che preoccupante con un crescente calo delle nascite, mentre sul fronte opposto l’Ucraina  si va spopolando.   

Dall’inizio dell’anno, l’esercito russo ha reclutato 156mila militari a contratto che rappresentano la metà del numero di mobilitati lo scorso anno, mentre secondo fonti russe attendibili sarebbero necessari almeno 700mila militari a contratto per “garantire la soluzione dei compiti della sicurezza militare”.

Il colonnello generale Yevgeny Burdinsky, capo della direzione principale di mobilitazione militare dello stato maggiore, annuncia che entro la fine dell’anno saranno formati due nuovi distretti militari, due eserciti, cinque divisioni e più di due dozzine di brigate. 

All’inizio dell’estate, secondo il capo dell’esercito Shoigu, sono stati addestrati più di 120mila militari, ma . quanti di loro hanno firmato il contratto e quanti si sono mobilitati non è noto.

L’ aumento una tantum dell’età della leva da 18 a 30 anni  entrerà in vigore dal 1° aprile del prossimo anno con l’avvio della campagna di coscrizione primaverile e ammesso che  i convocati  firmino subito il contratto, non diverranno effettivamente operativi  fino alla fine dell’estate 2024, che, secondo ottimistiche estrapolazioni, significherebbe un aumento dei coscritti del 30% .

Nella  primavera del 2022 furono assunte quasi 150mila reclute, che potrebbero diventare 180-200mila dal prossimo anno. Ma ancora una volta, questa è una visione ottimistica. 

L’ampliamento dell’età alla leva, così come con l’aumento di cinque anni del limite di età per il servizio militare, è direttamente correlato al conflitto in corso, ma se ne vedranno gli effetti  tra un anno e mezzo, mentre sul campo di battaglia può succedere di tutto.  

Per contro La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha approvato l’estensione nel Paese della legge marziale e della mobilitazione generale dal 20 maggio 2023 per altri 90 giorni, praticamente sino alla fine di settembre con probabile successivo rinnovo. 

Attualmente si calcola che l’esercito ucraino conti fra 250mila ai 300mila effettivi , di questi 25.000 già addestrati in occidente, stime che fanno pensare ad un lieve svantaggio numerico di Mosca.  

Se le stime fornite dall’intelligence Usa fossero attendibili, alla fine di aprile 2023 i russi avrebbero avuto  35.500 mila morti in combattimento e 154mila feriti. Per l’Ucraina il bilancio sarebbe stato di 23 mila uccisi e 113mila feriti, anche se si stima che la recente “controffensiva” abbia notevolmente aumentato il numero delle perdite.

Ma numeri a parte, è sempre più evidente che il tritacarne ucraino ha sempre più bisogno di sangue  fresco 

Related posts

L’Aiea fa sapere che è stata ripristinata una seconda linea elettrica di riserva a Zaporizhzhie

Redazione Ore 12

Zaluzhny, il generale ucraino che non piace a Zelenski

Redazione Ore 12

La Russia taglia i rifornimenti di gas dall’11 al 21 di luglio. La grande provocazione

Redazione Ore 12