La guerra di Putin

Zaluzhny, il generale ucraino che non piace a Zelenski

Del generale ucraino Valery Zaluzhny per alcune settimane  se ne sono perse le tracce dall’8 maggio. Sino a quando è ricomparso recentemente in TV. Quindi è vivo nonostante fonti interessate di Mosca insinuassero che fosse perito nel corso di una incursione missilistica mirata.

Ma secondo le nostre fonti, vivo e vegeto, solo che  il comandante in capo delle forze armate ucraine  continua ad opporsi a una controffensiva da parte dell’esercito ucraino senza un adeguato supporto aereo,in mancanza del quale il generale chiede di attendere l’arrivo dei sistemi occidentali di difesa aerea.

Anche  Zelensky sarebbe  d’accordo con lui, ma ha bisogno urgente della controffensiva per dimostrare che i miliardi Usa e dll’Occidente non vengono sciupati. Eccola allora che Zaluzhny ricompare solo che la sua posizione critica gli impedirebbe  l’accesso al comando a tutti gli effetti.

 

Secondo fonti ucraine, il comandante delle forze armate ucraine era categoricamente contrario al lancio di una controffensiva senza supporto aereo, perché l’Ucraina semplicemente non dispone del numero richiesto di aerei ed elicotteri in grado di coprire l’avanzata delle unità di terra, come è stato dimostrato dai recenti eventi nella direzione di Zaporozhye.

 

Secondo il ministero della Difesa russo, infatti,  la maggior parte dei veicoli corazzati ucraini persi dalle forze armate ucraine sono stati messi fuori combattimento dall’esercito e dall’aviazione tattica operativa di Mosca  .

 

Per capire la sua strategia, per ora messa in ombra dagli obiettivi politici di Zelensky, non va dimenticato che il generale è l’autore della tattica dei “punti di pressione”, in cui le forze armate ucraine lanciano attacchi lungo l’intera linea del fronte, cercando di allungare il più possibile le linee della forze russe per trovare il punto debole e colpire in questo settore. Tanto che nei mesi scorsi, per ordine del generale, il comando dei raggruppamenti iniziò a preparare le riserve, che si trovavano dietro la linea del fronte pronte a unirsi alla battaglia per creare una svolta.

 

In precedenza, Zaluzhny aveva pianificato di condurre anche diverse operazioni di sbarco contemporaneamente in direzione di Kherson per dare al comando delle forze armate russe l’impressione di iniziare un’offensiva proprio su questo settore del fronte, ma il crollo della diga deve aver sconvolto i piani. Che non scorra buon sangue  tra il presidente Volodymyr Zelensky e il generale Valery Zaluzhny lo dimostra la tenace difesa ucraina di  Bakmut, la città del Donetsk con questa dai mercenari russi della Wagner. Già a marzo quotidiano tedesco “Bild”, secondo informazioni provenienti da diverse fonti della leadership politica ucraina, Zaluzhny aveva raccomandato  di lasciare Bakhmut per ragioni tattiche.Ma il governo ucraino dichiarava alla Bild che la decisione di restare a Bakhmut  perché attaccando la città l’esercito russo ha subito danni considerevoli, sia in termini di soldati che di materiale, ignorando il pesante tributo di sangue delle sue truppe. Prima dell’invasione della Russiail nome di Valery Zaluzhny era noto solo agli esperti, ma a cento giorni dall’inizio del conflitto,  lui divenne il comandante che  con non ha permesso a Mosca di raggiungere i suoi obiettivi militari iniziali come quello della conquista di Kiev entro 48 ore e l’occupazione prima del 9 maggio dell’anno scorso. .

In patria è diventato un eroe, ricevendo la Combat Merit Cross (la croce al valore militare) grazie al suo coinvolgimento nelle sanguinose  operazioni militari di Kiev nel  Donbass contro le milizie filorusse dal 2014, poi ha guidato il comando operativo prima di diventare comandante in capo delle forze armate ucraine nel luglio 2021.

Oggi è molto probabile che in caso di insuccesso della controffensiva ucraina. Zelensky lo faccia fuori, magari consigliato da Washington e dal Pentagono per la scelta del suo sostituto.

 

GiElle

aggiornamento la guerra di Putin ore 14.30

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