Esteri

Gran Bretagna, la politica per l’immigrazione del governo Sunak non piace ai 3/4 dei cittadini 

 

Le elezioni in Gran Bretagna non sono lontane e i sondaggi e le ultime due suppletive, dimostrano che i Laburisti sono in vantaggio.  Quindi non è una sorpresa che i Conservatori abbiano preso la seconda settimana di agosto per aumentare l’importanza della politica sulla immigrazione e asilo. Oggi 8 gennaio  abbiamo avuto i primi “richiedenti asilo” in arrivo sulla chiatta Bibby Stockholm (nella foto),  ovvero quegli esperti che terranno briefings in un centro di sperimentazione presso l’Isola di Ascensione, che secondo le autorità britanniche, dovrà ospitare i “veri richiedenti” asilo relegati in questo scoglio sull’atlantico a 2mila chilometri dalla costa africana. Inoltre per non farsi mancare niente,  il Governo Conservatore ha imposto anche multe maggiori per le imprese che impiegano immigrati clandestini. Tutta questa attività arriva quando il numero di persone che hanno attraversato la Manica su piccole imbarcazioni nel 2023 ha superato le 15.000, che è poi  il 15% in meno rispetto alla stessa cifra dell’anno scorso, che comunque non rappresenta un successo per il Governo. In verità il suo insuccesso si dovrebbe misurare di più per le 170mila domande d’accesso agli asili di cui 128.000 in attesa da più di sei mesi. Ma non sorprende che i conservatori non si stiano muovendo bene sulla questione dell’immigrazione. Secondo un sondaggio Ipsos, il 77% delle persone pensa che il governo stia facendo un “cattivo” lavoro nella gestione dell’immigrazione, mentre i laburisti sono considerati più affidabili. Allora perché tanto clamore mediatico sulla ipotesi di trasferire centinaia di richiedenti asilo su uno sperduto scoglio vulcanico? La risposta è che il problema della immigrazione è quello che sta a cuore all’ettorato dei Conservatori.

Infatti mentre un britannico su cinque  menziona l’immigrazione come la questione più importante che il Paese deve affrontare, quella percentuale sale al 43% per i sostenitori dei Tory e al 35% per gli ultrasessantacinquenni. Al contrario, solo il 13% degli elettori laburisti classifica l’immigrazione come il problema più importante e di questi il 9% di quelli di età compresa tra 18 e 34 anni.

È ragionevole, quindi, concludere che a circa un anno dalle elezioni generali, Rishi Sunak abbia optato per una strategia di voto fondamentale. C’è una logica in questo? Con i 20 punti di vantaggio nei sondaggi per i Laburisti, i Conservatori rischiano di essere spazzati via. E se il partito non può riconquistare i voti che sta perdendo , deve almeno dare ai suoi elettori naturali un motivo per non restare a casa il giorno delle elezioni. Un argomento simile fu sostenuto nelle precedenti campagne dei Tory, anche se combattute dall’opposizione. Una strategia di voto fondamentale che ha impedito al partito di scendere sotto i 165 seggi nel 2001, mentre il 2005 ha visto guadagni modesti. Questo non vuol dire che la posizione del governo sull’immigrazione sia del tutto cinica. Il leder Sunak e il suo ministro Suella Braverman sono sinceramente impegnati a ridurre il numero di richiedenti asilo che arrivano in Gran Bretagna con mezzi irregolari. Ma in vista della competizione elettorale  è quantomeno curioso che venga sollevata la questione dell’immigrazione,mentre più di tre quarti del pubblico e pensa che il Governo stia facendo un pessimo lavoro.

 A meno che l’obiettivo sia quello di mantenere una base ultramoderata anche se si perdono le elezioni.

 

Balthazar

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