Si fa sentire in maniera sempre più massiccia, sul bilancio di famiglie e imprese, l’effetto dell’inasprimento della politica monetaria su tassi di interesse e condizioni di finanziamento da parte della Banca centrale europea: “Ad aprile i tassi sui prestiti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni, toccando il 4,4 per cento per i prestiti alle imprese e il 3,4 per cento per i mutui ipotecari”. I numeri sono stati forniti dalla stessa Bce nell’ultimo bollettino economico pubblicato ieri. “La Banca centrale europea ritiene che le prospettive per la crescita e l’inflazione restano altamente incerte”, vi si legge tra l’altro. “Siamo tutti consapevoli delle conseguenze delle decisioni della Bce. Queste sfide vanno valutate rispetto all’alternativa. L’alternativa è che se non si riduce l’inflazione in Europa, in particolar modo nella zona dell’euro, ci ritroveremo ad essere più poveri. Se non riusciamo a riportare l’inflazione all’obiettivo di medio termine della Bce, le conseguenze che questo avrà sugli standard di vita nell’Unione europea. Si faranno sentire nei prossimi anni. Quindi penso che siano necessari provvedimenti per evitare uno scenario di questo genere”, ha commentato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe al Parlamento europeo. Ma l’orientamento dell’Eurotower di procedere con l’inasprimento dei tassi suscita non poche perplessità. Anche l’Italia ha mostrato, attraverso il premier Giorgia Meloni, la sua contrarietà. “Nei confronti della Bce abbiamo grande rispetto e ne ribadiamo l’indipendenza, ma è anche lecito fare osservazioni. Io ho criticato, non da oggi, alcune scelte fatte sulla lotta all’inflazione, che proviene dal costo delle materie prime laddove negli Usa proviene da una situazione economica molto favorevole, ma noi crediamo nella Bce e nella Commissione europea. Noi siamo europeisti ma abbiamo anche il diritto di partecipare al dibattito”, ha rimarcato pure il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del vertice del Ppe. Peraltro il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ammesso di ritenere che, in proiezione sui prossimi mesi, “le prospettive per la crescita economica e l’inflazione restino altamente incerte”, con i rischi al rialzo per l’inflazione che includono potenziali nuove pressioni al rialzo sui costi di energia e cibo, anche in relazione alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Nel bollettino economico viene spiegato che la crescita potrebbe essere più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più vigorosi del previsto, mentre nuove tensioni sui mercati finanziari potrebbero portare a condizioni di finanziamento ancora più restrittive del previsto e indebolire la fiducia.
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