I leader di quasi 30 Paesi e i capi di Nato, Ue e UK si sono incontrati a Parigi per discutere del rafforzamento degli aiuti a Kiev e del dispiegamento di truppe europee per garantire una pace a lungo termine, ma lo stessi Macron frena: “Alcuni Paesi non hanno la capacità di farlo, altri non hanno il contesto politico che consente loro di essere d’accordo”,
Al termine del summit all’Eliseo Macron ha preannuciato che Francia e Gran Bretagna guideranno gli sforzi della coalizione, mentre una missione franco-britannica si recherà in Ucraina per lavorare al rafforzamento del suo esercito. Come e con chi non è stato reso noto.
Secondo Macron la forza proposta potrebbe dispiegarsi in “città importanti, basi strategiche” in Ucraina e rispondere a un eventuale attacco russo. “Se ci fosse di nuovo un’aggressione generalizzata contro il suolo ucraino, questi eserciti sarebbero, di fatto, sotto attacco..” Allora “i nostri soldati, quando sono impegnati e schierati, sono lì per reagire e rispondere alle decisioni del comandante in capo e, se si trovano in una situazione di conflitto, per rispondervi”.
“Quindi – ha aggiunto– non siamo in prima linea, non andiamo a combattere, ma siamo lì per garantire una pace duratura. È un approccio pacifista”, ha aggiunto. “gli unici che in quel momento potrebbero scatenare un conflitto, una situazione bellicosa, sarebbero i russi se decidessero di nuovo di lanciare un’aggressione“.
La delusione di Zelensky è evidente quando dopo il summit ha scritto dui social “abbiamo bisogno di un piano chiaro, uno su cui tutti concordiamo e che possiamo iniziare a implementare, basato sulle opzioni e sulle esperienze che sono già stati discussi con voi e che sono a vostra disposizione”. Quindi “vogliamo invitare un piccolo gruppo di persone, i vostri rappresentanti, in Ucraina per sviluppare questo piano insieme“.
“La nostra coalizione di partner disponibili e capaci sta già lavorando, sia politicamente che militarmente” ma da questo incontro cui dovrebbero partecipare anche gli Stati Uniti “dobbiamo rispondere ad alcune domande molto specifiche: “quali paesi saranno coinvolti a terra, in cielo e in mare in Ucraina? Dove saranno localizzate esattamente queste forze? Quali saranno il numero e la struttura di queste forze? Quali saranno le loro procedure di risposta in caso di minaccia? Quando la nostra coalizione schiererà effettivamente le sue truppe in Ucraina? Quando inizierà il cessate il fuoco o quando la guerra sarà completamente finita e sarà raggiunto un accordo?”.
Secondo il Cremlino Zelensky vuole invece che in Ucraina venga schierato un contingente militare completo di paesi partner, non missioni di mantenimento della pace “abbiamo parlato del contingente, del contingente militare. Della loro presenza e della nostra protezione. E della presenza dei paesi, dei nostri partner in mare, in cielo e a terra”.
Successivamente ha spiegato che sono state proposte anche opzioni, caldeggiate anche da Giorgia Meloni, per l’invio di missioni OSCE o ONU in Ucraina. “Non vogliamo solo la presenza dell’OSCE. Questa non è una garanzia di sicurezza, hanno le loro funzioni, ma non hanno il mandato corrispondente come contingente militare”
Tuttavia i media britannici riferiscono che Londra e Parigi sperano di formare un “corpo di mantenimento della pace composto da 10.000-30.000 soldati i caccia dell’aeronautica militare britannica avrebbero potuto pattugliare lo spazio aereo ucraino, decollando dal territorio polacco.
Va ricordato che il 12 marzo, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che la presenza di truppe NATO, sotto qualsiasi bandiera e in qualsiasi veste, sul suolo ucraino costituisce una minaccia per la Russia che Mosca non accetterà mai, posizione ribadita anche ieri dalla sua portavoce Maria Zacarova.
Fra le poche decisioni chiare vi è quella di confermare, questa volta anche con l’assenso Italiano, le sanzioni contro la Russia prendendo in considerazione l’idea di rafforzarle per aumentare la pressione su Mosca. Secondo fonti britanniche gli Europei stanno lavorando per il17° pacchetto di sanzioni che potrebbe essere pronto a inizio estate, ma evidentemente la decisione è subordinata alle trattative in corso su iniziativa americana.
Mentre per Zelensky “togliere le sanzioni alla Russia ora sarebbe un disastro per la diplomazia. Le sanzioni sono uno dei pochi veri strumenti che il mondo ha per fare pressione sulla Russia affinché intraprenda colloqui seri”.
Da parte russa il capo del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione e uno dei partecipanti alla delegazione russa a Riad, Grigory Karasin, ritiene che le richieste di dispiegamento di un contingente militare straniero in Ucraina aumentino i rischi di uno scontro diretto con la Russia.
“Avendo perso la comprensione e il sostegno di Washington, l’Europa sta cercando di definire il suo nuovo ruolo, e questo è molto difficile. L’aumento dell’attività esterna non ingannerà nessuno. La pignoleria è solitamente direttamente proporzionale all’incertezza. Macron e Starmer non sono in grado di trovare la soluzione giusta ed equilibrata. Gli appelli emotivi a schierare un certo contingente militare in Ucraina non ingannano nessuno. Ma un’altra cosa è chiara: questo aumenterà la minaccia di uno scontro diretto con la Russia e influenzerà l’umore pubblico negli stessi paesi europei”.
Karasin ha osservato che questo sta iniziando a essere compreso anche in Spagna, Italia che, seguendo l’esempio di Ungheria e Slovacchia, si rifiutano di concordare una strategia per aumentare la spesa per la difesa dell’UE. “Quindi si può solo sperare che prevalgano gli approcci basati sul buon senso, nonostante le richieste delle autorità di Kiev e degli “euroradicali”.
GiElle
Aggiornamento l’Europa e le guerre ore 13.55