Esteri

Il pendolo della storia oscilla verso la Cina

 

Negli ultimi anni, la Cina è passata da produttore  di elettrodomestici a basso costo a produttore avanzato di prodotti elettronici e tecnologia verde.

La manodopera a basso costo è stata sostituita dai robot e dall’intelligenza artificiale. Una nuova fabbrica per Xiaomi,originariamente produttrice di smartphone, produce una nuova auto elettrica ogni 76 secondi, ovvero 40 all’ora, senza essere toccata da mani umane.

Lo storico americano Fukuyama con il suo libro “lo scontro di civiltà” del 1992,non aveva previsto la  crisi delle democrazie occidentali, la parziale deindustrializzazione dell’Occidente, la crescente concentrazione della ricchezza o l’agenda  “America First” di Trump.

Fu propri The Donald a lanciare la  guerra commerciale con la Cina che Joe Biden ha intensificato.I prodotti cinesi a basso costo furono un vantaggio per i consumatori americani, ma comportarono la perdita  di posti di lavoro  e deindustrializzazione di  molte città.

Il conflitto commerciale tra Occidente e Cina  ripete oggi, molto più in grande lostesso conflitto con il Giappone degli anni ’80, quando Tokio  decimò l’industria automobilistica e dell’elettronica  occidentale. Solo allora l’Occidente si rese conto che il Giappone gli aveva “mangiato in testa”.

Nel 2001  Bill Clinton diede il via libera all’adesione della Cina all’Organizzazione mondiale del commercio(OMC), l’organismo guidato dagli americani che regola il commercio globale. In cambio Pechino  accettò di ridurre le tariffe sui prodotti non agricoli e  aprì il suo mercato finanziario.

Washington ritenne   che la Cina sarebbe diventata politicamente più liberale, ma il Dragone ha liberalizzato economicamente e non politicamente il suo sistema.

Dagli anni ’60, i lavoratori avevano ottenuto grandi risultati, tra cui una settimana lavorativa di cinque giorni e una rete di sicurezza sociale, l’assistenza sanitaria e le pensioni. I sindacati dei lavoratori erano diventati potenti istituzioni in grado di influenzare la politica del governo.

Una prima reazione negativa si verificò negli anni ’70, con l’emergere del neoliberismo. Una ideologia ibrida e reazionaria che  sosteneva riforme orientate  alla deregolamentazione dei mercati dei capitali e alla privatizzazione delle industrie statali.

Il “neoliberismo”ha gradualmente condizionato la politica globale. I neoconservatori Ronald Reagan e Margaret Thatcher adottarono  l’agenda neoliberista come la Bibbia , seguiti negli anni ’90 per “la terza via”  “di sinistra”  di Clinton e Tony Blair.

Malamente imitato  a casa da esponenti politici nostra come D’Alema, con i suoi “capitani coraggiosi”  e  da “Prodi”con lo smantellamento dellIRI, confortati  dai vari “guru de sinistra” e dei cosiddetti “tecnici” fra i quali in grande Mario Draghi.Per non parlare di Berlusconi  che di neocon liberal aveva solo le chiacchiere.

Al dunque risulta,  nel 1970 gli Stati Uniti erano il più grande paese creditore del mondo. Oggi è il più grande paese debitore, mentre la Cina è diventata il suo più grande creditore

Con le riforme avviate da Deng Xiaopingnegli anni ’70, la Cina ha reintegrato l’imprenditoria  nella società, senza permettergli di prendere il controllo del sistema politico. Quando il fondatore di Alibaba  Jack Ma,  è diventato troppo grande, il governo gli ha tagliato le gambe.

I leader cinesi continuano a sostenere formalmente l’ideologia comunista, ma il paese è entrato nell’era post-ideologica. Il pragmatismo è tornato come principio guida, “ non importa se un gatto è bianco o nero, purché catturi il topo”.

Oggi la Cina sta guardando anche alla propria ricca storia culturale e sociale per trovare una via da seguire oltre l’ideologia politica.

In fondo, culturalmente,  la Cina non ha  mai smesso di essere cinese. Durante tutta la fase rivoluzionaria del comunismo e nel sciagurato e sanguinoso esperimento della “rivoluzione culturale” di Mao, la Cina è rimasta  intimamente un paese confuciano.

Confucio basò la sua costruzione sociale sull’I Ching, la “bibbia” del sistema yin-yang che si basa sullo sviluppo dialettico del divenire e dell’essere. Ciò collegava la struttura sociale al principio yin-yang della natura. Il Padre è yang, la madre è yin e i figli una combinazione di yin e yang.

Questo sistema implica uno scopi e valori condivisi.A differenza dell’altruismo, che si basa su relazioni ineguali, la reciprocità si basa sulle dipendenze reciproche.

La cultura tradizionale, prevalentemente collettivista,della Cina spiega in parte la sua rapida modernizzazione. Gli ingegneri civili cinesi sono stati pionieri della prefabbricazione, della  standardizzazione e della modularizzazione. La città di Daxing,una metropoli di 84 chilometri quadrati costruita nel VI secolo, fu completata in un anno.

La Cina è diventata la principale nazione industriale del mondo imparando dall’Occidente. Come in precedenza il Giappone, ha preso dall’Occidente ciò che riteneva prezioso ed ha evitato ciò che non si adattava alla sua visione del mondo e ai suoi valori.

In appena una generazione, la Cina è diventata una superpotenza. Oggi domina a livello globale nel 75% delle tecnologie considerate essenziali per la Quarta Rivoluzione Industriale.

Gli Stati Unitinon hanno risposto con decisione alla sfida cinese. Per superare la sua concorrenza economica  sarebbe necessaria una profonda revisione delle priorità del governo, inaccettabile per il dogma  neoliberismo delle sue classi dominanti. Ma soprattutto nel voler mantenere la pretesa degli USA “ombelico del mondo”.  Di essere ancora

Il neoliberismo occidentale  cerca di prolungare la sua egemonia militare  combattendo guerre all’estero con il pretesto di proteggere la libertà e la democrazia in patria, distraendo l’opinione pubblica.

Il gande storico del  900, Toynbee, con la sua “storia comparata delle civiltà”,  spiegò che il relativo declino delle grandi potenze spesso deriva da un eccessivo sforzo, che genera disordine. Le potenze in declino estendono i loro impegni militari oltre ciò che le loro risorse economiche possono sostenere.

Gli Stati Uniti oltre che  sovraccarichi, sono fortemente indebitati, hanno una base industriale ristretta e il loro più grande rivale economico (la Cina) è anche il loro più grande creditore e uno dei maggiori partner commerciali.

Qualcosa dovrà cedere, e quando ciò accadrà, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali avranno bisogno di una nuova storia che sia in sintonia con il 21° secolo.

Balthazar

nella foto una storica immagine della lunga marcia del 1939

Related posts

Meloni incontra Rutte: “L’Ue ha cambiato approccio, la priorità è la difesa dei confini”

Redazione Ore 12

Patrick Zaki da Fabio Fazio: “Devo chiedere ai miei legali, ma non credo di avere alcun divieto a viaggiare”

Redazione Ore 12

Gentiloni: differenze di debito tra Paesi Ue sono troppo grandi, maggiore autonomia agli Stati

Redazione Ore 12