Esteri

Il ritorno di Patrick Zaki a Bologna: “Giustizia per Giulio Regeni”

Il ricercatore torna in Italia da uomo libero. “Sono passato da tutto quello da cui sono sono passato perché ho difeso i diritti umani e la libertà”

 

Patrick Zaki è tornato in Italia. Il ricercatore, atterrato all’aeroporto di Malpensa, a Milano, ha poi raggiunto Bologna. Con lui la sorella Marise, la fidanzata Reny, la professoressa Rita Monticelli e il Rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari.

“Sono contento di essere in Italia, ci vediamo a Bologna. Grazie mille a tutti“, le sue prime parole. Zaki venne arrestato tre anni fa in Egitto, all’aeroporto del Cairo. In quel periodo, Zaki era studente del Master europeo in studi di genere ‘Gemma’ dell’Università di Bologna. Attivista per i diritti umani, Zaki fu incarcerato nel regime di Al Sisi per alcuni post su facebook. “Ben tornato Patrick, è davvero bello vederti”. Sono le prime parole pronunciate dal rettore dell’Alma Mater di Bologna, Giovanni Molari, all’arrivo in conferenza stampa in Ateneo. “Finalmente sei qui in carne e ossa e possiamo togliere la tua immagine in Rettorato– aggiunge Molari- ci è sembrato doveroso che la prima tappa di questo ritorno sia qui all’Università di Bologna, che per storia e vocazione è luogo di libertà e pluralismo, un luogo del mondo di cui Patrick sei cittadino. Più di questa o quella città, un luogo al di sopra delle parti”. Il rettore continua: “Sono stati tre anni difficili, a tratti drammatici, ma ora è il momento della festa. La difesa dei diritti non è scritta solo nel nostro statuto, ma è una cosa che viviamo tutti i giorni. Lo abbiamo fatto in ogni momento. Abbiamo imparato da te”. Il rettore rivolge poi “un pensiero a chi ancora lotta” in prigione per il proprio pensiero e anche “alla famiglia di Regeni, che ancora aspetta la verità”. Molari ringrazia poi tutti quelli che in questi anni si sono spesi per la liberazione di Zaki, da Amnesty fino al Governo Meloni. “Che tu possa vivere una vita serena e libera- è l’augurio del rettore- senza farti tirare per la giacca da nessuno. L’autorevolezza di cui godi adesso è anche una grande responsabilità. La tua forza è la tua indipendenza, mantienila sempre”.

“Ho scelto di vivere a Bologna perchè appartengo a questa città”. Patrick Zaki rinnova la sua dichiarazione d’amore al capoluogo emiliano durante la conferenza stampa di questa sera in Ateneo. Lo studente egiziano spiega di non avere ancora programmi ben definiti per l’immediato futuro. “Per alcuni giorni starò qui a Bologna, poi tornerò a Il Cairo e poi di nuovo a Bologna”, spiega. Dice poi di aver provato tante emozioni al suo arrivo in Ateneo, gioia ma anche “tristezza per la mia assenza”. E anche ricordi di quando camminava in via Zamboni prima del suo arresto. Infine, Zaki ammette la preoccupazione perchè “qualcosa può sempre accadere. Ma ora sono qui e sono libero”, aggiunge. Chiedendo poi giustizia per Giulio Regeni.  “Sono qui come un difensore dei diritti umani”, dice Patrick Zaki, tornato libero e oggi a Bologna: “Sono passato da tutto quello da cui sono sono passato perchè ho difeso i diritti umani e la libertà”. Ed è un ruolo che ora non dismetterà assicura nella conferenza stampa di stasera in Rettorato a Bologna. “All’inizio come alla fine”, della sua lunga vicenda giudiziaria, “sono un ricercatore e un difensore dei diritti umani” con l’idea che “un capitolo nuovo” di questo lavoro e di questo impegno, dice così, possa cominciare “di nuovo qui a Bologna. Non sono uno che, ottenuta la libertà, si chiude una porta alle spalle e dimentica”. Non può dimenticare, spiega in inglese, chi ancora paga il prezzo dell’impegno di pace, specie in Egitto e si augura che il lieto fine della sua storia ne inneschi altri. Così come, prima di chiedere “giustizia per Giulio Regeni”, si appella ad Italia ed Europa, perchè non dimentichino, chi nel sud del mondo -per ragioni di cambiamenti climatici, tipi di governo o impatto dei cambiamenti climatici- rischia la vita per garantire un futuro migliore ai propri figli. Si sia responsabili verso queste persone, chiede Zaki. Si difendano i diritti umani e il diritto internazionale, si evitino ai migranti rotte pericolose. Poi l’appello per Regeni e una chiosa finale in italiano: “Bologna rimarrà la città della libertà”.

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