di Marco Palombi (*)
Secondo un rapporto di Deloitte, l’implementazione della RPA può portare a una riduzione del 40% dei costi operativi in aree critiche, come la conformità normativa e la gestione dei dati. La sfida per le banche sarà quella di bilanciare gli investimenti in nuove tecnologie con la necessità di rimanere redditizie a breve termine. Nonostante i potenziali benefici, ci sono anche rischi significativi legati all’adozione accelerata delle tecnologie digitali. La crescente dipendenza da sistemi automatizzati e basati su IA aumenta l’esposizione a cyberattacchi, che possono compromettere la sicurezza dei dati e la fiducia dei clienti. Inoltre, le istituzioni che non riescono ad adottare queste tecnologie in modo efficace potrebbero essere lasciate indietro, aggravando la disparità tra banche all’avanguardia e istituti meno innovativi. Le sfide strutturali dovute all’integrazione delle nuove tecnologie impongono nuovi paradigmi al panorama finanziario Le prospettive future del settore bancario tradizionale sono caratterizzate da una complessa combinazione di sfide strutturali e opportunità di crescita, legate principalmente alla rapida evoluzione tecnologica, alla crescente concorrenza da parte della finanza disintermediata e alle mutate aspettative del mercato.
La finanza decentralizzata (DeFi) sta emergendo come una componente critica e in rapida espansione del settore finanziario globale.
Secondo DefiLlama, il valore totale bloccato (TVL) nelle piattaforme DeFi ha raggiunto i 52 miliardi di dollari nel 2023, in crescita del 36% rispetto all’anno precedente. Questa espansione è dovuta sia all’aumento dei valori di criptovalute come Bitcoin ed Ether, sia all’incremento dei flussi di capitale verso protocolli DeFi in risposta alla crescente domanda di soluzioni finanziarie non tradizionali. In parallelo, report come quelli di The Blockevidenziano che la crescita del settore DeFi è stata rafforzata dall’interesse per asset reali (real world assets) e dai servizi di liquid staking, come quelli offerti da Lido, che consentono agli utenti di guadagnare rendimenti senza bloccare a lungo i loro asset. Questo successo si collega all’adozione di smart contract e alla maggiore sicurezza delle transazioni crittografiche, caratteristiche che spingono sempre più utenti e investitori istituzionali verso soluzioni DeFi. Il ruolo della finanza decentralizzata (DeFi) diventa particolarmente significativo in un contesto in cui il settore finanziario globale è caratterizzato da disparità geografiche e di rendimento. Mentre i mercati emergenti continuano a registrare tassi di crescita relativamente elevati, i mercati maturi, come quelli europei, affrontano margini compressi e regolamentazioni stringenti, limitando la loro capacità di competere in termini di innovazione e agilità. La DeFi offre un’opportunità unica per colmare queste disparità. Grazie alla sua natura globale e accessibile, la finanza decentralizzata non richiede l’intermediazione di istituzioni tradizionali, permettendo agli utenti di accedere a prodotti finanziari senza le barriere tipiche dei mercati regolamentati e centralizzati. Attraverso blockchain e smart contract, la DeFi consente operazioni trasparenti, sicure e meno soggette alle fluttuazioni regolamentari di specifiche regioni. Secondo DefiLlama, il TVL (Total Value Locked) nelle piattaforme DeFi ha raggiunto oltre 50 miliardi di dollari nel 2023, dimostrando una domanda crescente di strumenti finanziari alternativi In un ambiente globale frammentato, la DeFi rappresenta quindi una rete finanziaria parallela che risponde meglio alle esigenze dei mercati con meno accesso ai servizi bancari, offrendo prodotti di credito e investimento senza le barriere legate a normative locali. Questo modello è particolarmente vantaggioso in aree con tassi d’interesse elevati o mercati finanziari instabili, dove la DeFi permette agli utenti di preservare e aumentare il valore del capitale senza dipendere dalle banche locali. In sostanza, il potenziale della DeFi sta nella sua capacità di adattarsi e offrire una piattaforma resiliente in grado di affrontare le disparità regionali, fungendo da leva innovativa per una finanza più inclusiva e uniforme a livello globale Mentre la concorrenza tra banche tradizionali e fintech è aumentata, un’altra tendenza emergente è la collaborazione tra queste due categorie.
Le fintech, grazie alla loro agilità e all’innovazione tecnologica, hanno un chiaro vantaggio nella creazione di nuovi prodotti e servizi digitali. Tuttavia, molte fintech non dispongono della base di clienti e dell’infrastruttura regolamentare consolidata che caratterizza le banche tradizionali.
Per sopravvivere e prosperare, le banche potrebbero integrare fintech nei loro modelli di business, collaborando con loro per offrire servizi innovativi attraverso piattaforme digitali, mentre sfruttano la loro esperienza nella gestione dei rischi e conformità normativa. Secondo un rapporto di PYMNTS, il 76% delle banche ritiene che le partnership con le fintech siano essenziali per rispondere alle aspettative dei clienti, evidenziando la tendenza crescente verso collaborazioni strategiche piuttosto che competizione diretta tra istituzioni finanziarie e fintech. Questa dinamica permette alle banche di offrire servizi innovativi senza dover investire anni e capitali elevati nella costruzione di soluzioni interne, approfittando delle competenze tecnologiche avanzate delle fintech per migliorare l’esperienza cliente e l’efficienza operativa. Quindi, il futuro del settore bancario vedrà probabilmente una ridistribuzione dei ruoli all’interno del sistema finanziario stesso. Con l’aumento della finanza disintermediata, molti servizi che erano tradizionalmente appannaggio delle banche saranno svolti da nuove entità, come le piattaforme fintech, le società di gestione patrimoniale digitali e le piattaforme di pagamento decentralizzate. In questo contesto, le banche dovranno specializzarsi in settori dove mantengono un vantaggio competitivo, come la gestione del rischio, il credito strutturato e la conformità normativa. Al contempo, dovranno ridurre la loro esposizione a segmenti di mercato altamente commoditized, come i pagamenti digitali e il retail banking, dove i margini si stanno rapidamente erodendo. Il settore bancario è quindi destinato a una ridefinizione profonda, che non solo coinvolgerà la natura dei servizi offerti, ma richiederà una trasformazione del suo ruolo nella società e nell’economia globale. Le banche che sapranno guidare l’innovazione e la sicurezza, senza sacrificare l’agilità, potranno evolversi da intermediari tradizionali a facilitatori di ecosistemi digitali complessi. Saranno queste istituzioni a determinare se il settore bancario potrà ancora essere un punto di riferimento affidabile per i clienti o se dovrà cedere il passo a nuovi modelli decentralizzati che ridefiniscono il significato stesso di finanza.
(*) Economista, Presidente Dipartimento Economia e Finanza PPI