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Il sito archeologico di Gabii: il “Natale” al tempo degli antichi romani. Nella periferia l’Urbs Aeterna ritrova le sue origini.

di Sara Valerio

 

Dal 17 al 23 dicembre, in occasione del solstizio d’inverno, gli antichi romani festeggiavano il loro “Natale”, i Saturnalia, una festa dedicata a Saturno, una celebrazione molto popolare, durante la quale l’ordine sociale si capovolgeva. Quei giorni erano animati da un senso di uguaglianza, anche ai servi era concessa la massima libertà ed era usanza scambiarsi doni.

Con questo spirito la cittadella di Gabii, importantissimo sito archeologico di età protostoricanella periferia di Roma, è stata straordinariamente riaperta al pubblico per l’evento EGO SATURNALIA con la rievocazione storica dell’invernale festa pagana.

L’area archeologica è localizzata a circa 20 chilometri a est di Roma, al XII miglio della via Prenestina antica, nel VI Municipio, sul ciglio meridionale di un cratere vulcanico, occupato sino alla fine del XIX secolo da un lago noto come “lacus Buranus” o “lacus Sanctae Praxedis”, o ancora come lago di Castiglione.

Collocata in posizione strategica, dalla città latina era possibile controllare la bassa valle dell’Aniene e gli accessi alla valle del Sacco e del Liri. Si trattava di un centro politico, economico e culturale molto importante del Latium vetus prima dell’ascesa di Roma, decaduta poi tra l’età tardoantica e il Medioevo.

Il sito per le sue caratteristiche rappresenta un contesto di ricerca straordinario. Negli ultimi anni le indagini della Soprintendenza Specialee le collaborazioni con importanti enti di ricerca italiani e stranieri (CNR, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn, University of Michigan-Kelsey Museum of Archaeology, Musée du Louvre) hanno consentito di gettare nuova luce sulla storia e sulle vicende urbanistiche della cittadella, riportandola al centro del panorama archeologico italiano. È infatti stato possibile rilevare come, al di sotto del terreno di campagna, siano ancora in gran parte conservate le principali strutture e gli edifici della antica città, poiché successivamente all’abbandono del sito, intorno alla metà dell’XI secolo, l’area non è più stata oggetto di interventi costruttivi e di trasformazione, che nelle zone limitrofe hanno irrimediabilmente cancellato le tracce del passato.

Tra le testimonianze architettoniche fruibili, si possono ammirare il Santuario di Giunone Gabinadella metà del II secolo a. C., caratterizzato da una struttura di ispirazione ellenistica; i resti dell’antica area urbanalungo la Via Prenestina di epoca medio-repubblicana (IV-II secolo avanti Cristo) e le terme pubblichedecorate con pavimenti a mosaico; la Regiadatabile alla prima metà del VI secolo a.C., tra le più importanti scoperte archeologiche fatte tra il 2007 e il 2012; il Santuario extraurbano orientale, posto su un percorso viario che portava a Tivoli, di cui sono giunte le decorazioni architettoniche in terracotta di età arcaica e medio-repubblicana; le cave di pietra, grazie alle quali Gabii visse un periodo di fiorente sviluppo economico a partire dall’età repubblicana; la Necropoli del Fosso di San Giuliano; la Chiesa di San Primitivo e il castrumCastilionis o Sanctæ Praxedis, di epoca medievale.

Un ampio settore dell’area, pari a circa 70 ettari, è stato acquisito dal Demanio dello Stato e assegnato in uso dal Mibact alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, con l’obiettivo di realizzare un parco archeologico suburbano, per valorizzare e rendere fruibile a tutti e per tutto l’anno il sito archeologico, che, in passato, era stato residenza dei Re Tarquini, noto dai tempi di Romolo e Remo ed amato da Augusto. Un importante progetto di valorizzazione e riqualificazione anche del territorio circostante, fortemente sostenuto dai cittadini e dalle associazioni del VI Municipio.

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