Economia e Lavoro

In Europa viaggiare in treno costa il doppio che in aereo

 

L’intenzione del Governo Italiano di contrastare l’ingiustificato aumento dei costi dei biglietti aerei soprattutto in questi mesi estivi di vacanza, ha suscitato la reazione di alcune compagnie, fa le quali la Ryanair che ha deciso ad esempio di limitare le tratte e gli scali verso la Sardegna. ma resta il fatto che molto spesso viaggiare in aereo costa molto meno che viaggiare in treno. Un recente studio di Greenpeace  ha confrontato i prezzi dei biglietti aerei e ferroviari per 112 tratte campione all’interno dell’Europa. Per ciascuna tratta, sono stati analizzati i prezzi per viaggi da realizzare in tre diverse giornate nel breve termine, tre nel medio termine e tre nel lungo termine. Nel 71% dei casi il prezzo del viaggio in aereo risulta mediamente più economico.

Ovviamente la  principale preoccupazione di Greenpeace riguarda il grave impatto dei viaggi in aereo sull’inquinamento atmosferico e la crisi climatica. Our World in Data  stima che l’impronta climatica prodotta da un passeggero di un volo domestico sia sei volte più alta rispetto a quella relativa allo stesso viaggio fatto in treno. Il rapporto cresce addirittura a 26:1 se si confrontano le emissioni generate per i voli brevi e per i viaggi ferroviari internazionali.

Le low cost inquinano tanto perché la loro rete di collegamenti brevi è fittissima: l’80% delle tratte ferroviarie coperte dalla ricerca di Greenpeace è servito anche da un volo diretto  il 12% tra quelli dei voli brevi che includono uno scalo rimangono più convenienti della ferrovia.

Ma com’è possibile che i biglietti aerei costino così poco?  Innanzitutto, le compagnie aeree godono di vantaggi fiscali non indifferenti: l’ONG Transport and Environment ha stimato  che nel solo 2022 le compagnie aeree europee abbiano risparmiato complessivamente 20,5 miliardi di euro per l’esenzione dall’imposta sui carburanti e dall’ETS (l’Emission Trading Scheme  dell’Unione europea), più 18,8 miliardi per l’esenzione dall’IVA.

Per di più, molte compagnie aeree low cost  eludono il fisco registrando la propria società in Paesi a bassa tassazione come Malta e Irlanda., mentre  le compagnie ferroviarie pagano normalmente le tasse sull’energia, l’IVA e pedaggi ferroviari molto costosi nella maggior parte dei Paesi in cui operano.

Inoltre, il vero prezzo di un biglietto aereo dal costo stracciato è in molti casi pagato dai lavoratori delle compagnie low-cost che riducono gli staff all’osso, pagano salari inadeguati, offrono contratti di lavoro freelance invece che fissi, e, se assumono, lo fanno in Paesi che offrono scarse tutele in tema di diritti dei lavoratori e si oppongono alla presenza di sindacati. .

Tuttavia a volte sono gli stessi clienti a ritrovarsi a pagare un prezzo più alto di quello che li aveva inizialmente spinti ad acquistare il biglietto aereo, per l’imposizione ad esempio di tariffe extra per ogni tipo di servizio aggiuntivo come quelli che riguardano il peso del bagaglio.

 

Per quanto riguarda il mercato ferroviario invece c’è scarsa concorrenza e costi di investimento sulla rete sono spesso scaricati direttamente sul cliente, facendo lievitare il prezzo del biglietto. Secondo i dati raccolti da Greenpeace, i paesi dove il treno costa di più se comparato agli aerei si trovano principalmente in Europa occidentale.

Nel Regno Unito e in Spagna prendere un treno costa in media quattro volte tanto quanto prendere un aereo; in Belgio, Francia, Italia e Austria almeno due volte. Pur rimanendo quasi sempre meno convenienti rispetto all’aereo, i treni nei paesi dell’Europa centrale e orientale sono più economici  a fronte di servizi più lenti e scadenti e tratte mal collegate.

 

I paesi del sud-est europeo, in particolare, presentano una situazione piuttosto singolare. Dal 2019 la Grecia ha sospeso tutte le connessioni ferroviarie con l’estero e la rete interna è economica ma poco estesa, segno dell’isolamento del paese e degli scarsi investimenti nel sistema ferroviario.

In Bulgaria i treni transfrontalieri diretti sono solo due, ovvero quelli che collegano la capitale con Istanbul (per il quale non è possibile prenotare biglietti online) e con Bucarest. Quest’ultimo è attivo solo tra giugno e settembre e i prezzi sono abbordabili anche rispetto alle alternative via aereo, ma negli altri mesi dell’anno sono necessari due cambi e 10 ore di viaggio per percorrere poco più di 300 km.

Oltre a una netta inversione di tendenza per quanto riguarda sussidi ed esenzioni fiscali, Greenpeace propone l’introduzione di un“biglietto climatico” che permetta ai cittadini europei di viaggiare agevolmente e a basso costo nel proprio Paese e in tutta Europa. Germania, Austria, Ungheria e Sloveniahanno già adottato soluzioni simili, con successo, a livello nazionale, ma perché si riducano davvero traffico aereo ed emissioni sono necessarie soluzioni su ampia scala.

Fonte European Data Journalism Network   per Osservatorio Balcani e Caucaso

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