Economia e Lavoro

In Italia 8,4 milioni sono occupati in professioni ad alta esposizione all’Intelligenza artificiale. Il report di Confartigianato

 

La scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato una posizione negoziale sulla legge dell’intelligenza artificiale, nella quale sono contenute norme per un utilizzo dell’IA che sia affidabile, garantendo i diritti fondamentali e tutelando la democrazia da potenziali effetti dannosi. Le ricadute sull’economia della diffusione dei sistemi di IA sono al centro dell’Elaborazione Flash ‘Intelligenza artificiale e rischio automazione: impatto su lavoro e imprese’ pubblicata dall’Ufficio Studi in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia.  Il lavoro descrive le evidenze contenute nel 25° report ed è integrato da alcuni approfondimenti inediti. La diffusione di sistemi di IA delinea una marcata discontinuità con il passato, determinando un cambio di paradigma, con effetti sul mercato del lavoro, sui processi di  formazione, sulla gestione delle competenze imprenditoriali, sulla mobilità e sull’ambiente. Salgono i rischi di concentrazione di mercato, intrecciati con rilevanti implicazioni geopolitiche, mentre si delineano fattispecie inedite sul fronte della legislazione, in particolare nella contrattualistica, nelle assicurazioni dei rischi e nella tutela della privacy.

Nel report viene esaminata la segmentazione del mercato del lavoro in relazione ad indicatori di impatto dell’IA. Nell’analisi di livello europeo vengono prese a riferimento le professioni con una alta esposizione dell’occupazione all’impatto dell’intelligenza artificiale, che in Italia comprendono 8.366.000 occupati, pari al 36,2% del totale, una quota inferiore di 3,2 punti percentuali rispetto alla media Ue a 27 di 39,5%. Nel confronto internazionale, la quota di occupati più esposti è massima, pari al 59,4%, in Lussemburgo, mentre si registra la minima esposizione per la Romania, con una quota più che dimezzata a tale massimo e pari al 25,8%. Tra i maggiori paesi europei risultano più esposte dell’Italia la Germania, dove il 43,0% dell’occupazione si riferisce a professioni con una alta esposizione all’IA e la Francia con il 41,4%, mentre si riscontra una quota minore in Spagna, dove l’elevata esposizione all’IA interessa il 35,2% degli occupati.

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