Economia e Lavoro

  Inflazione, per Confcommercio possibile al 2% già ad ottobre

 

“In assenza di shock il nostro indice dei prezzi al consumo può scendere sotto il 2% a ottobre. L’inflazione si sta riducendo. Soprattutto perché sono in forte riduzione i prezzi dell’energia. Sebbene risultino più alti rispetto al 2019”. Così Mariano Bella, responsabile dell’ufficio studi di Confcommercio, commenta l’andamento dei prezzi al consumo e fa qualche stima per il futuro prossimo. “Facciamo la previsione che a luglio la variazione congiunturale del nostro Nic (l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale calcolato dall’Istat basandosi su un paniere di beni e servizi, che misura l’inflazione dell’intero sistema economico, ndr) sia pari a zero. Già a giugno è stata zero. Sarebbe un bellissimo segnale. Che farebbe prendere corpo all’ipotesi della riduzione dell’inflazione. Se prendiamo i 15 anni passati – senza contare 2021 e 2022 – e facciamo la media delle variazioni congiunturali mensili, guardando al 2023, grazie alla riduzione dell’energia, non dovremmo avere tensioni inflazionistiche nel complesso”, spiega ancora Bella. Secondo l’ufficio studi di Confcommercio le prospettive dell’inflazione sono concretamente orientate a un rapido rientro. Come già accaduto in Spagna, l’inflazione italiana scenderebbe sotto il 2% nel prossimo mese di ottobre, al netto di ulteriori shock a oggi imprevedibili, e un analogo fenomeno si registrerebbe per l’Ipca dell’intera euroarea, che a ottobre scenderebbe al 2,2%. Un risultato in linea con gli obiettivi della Bce. “La riduzione dell’inflazione – conclude Di Bella- dipende dal prezzo dell’energia. Ma se togliamo l’energia dal paniere su cui calcoliamo l’inflazione (core), quella tendenziale di ottobre sarebbe in Italia al 4,5%e nell’area euro al 4,6%. Purtroppo è proprio questo dato quello che guarda la Bce. Per questo la preoccupazione rimane”.

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