Esteri

Italia-Giappone, vertice a Roma tra Draghi e Kishida. L’incontro del Premier nipponico con Papa Francesco

Il primo ministro Fumio Kishida (nella foto)  ha esposto al presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo primo viaggio di stato in Italia da premier nipponico, il suo concetto di “nuovo capitalismo” e ha detto in dichiarazioni congiunte a Palazzo Chigi di aver ottenuto la “sincera condivisione” del capo di governo italiano.
“Per quanto riguarda l’economia, dal presidente del consiglio Draghi ho ottenuto una sincera condivisione sul concetto di ‘nuovo capitalismo’, tema che io sostengo”, ha detto Kishida. “Tra le imprese di Italia e Giappone è già iniziata una collaborazione nei campi dell’idrogeno e delle ferrovie” ha ricordato il capo del governo nipponico. “I nostri governi – ha continuato – lavorano anche per ottenere un ulteriore sviluppo nella cooperazione tra le aziende in settori come le energie rinnovabili e la connettività”.
Il concetto di “Nuovo capitalismo” propugnato da Kishida nasce come piattaforma politica per fornire una risposta alla sfida dei nuovi autoritarismi, come quello russo e cinese. Lo strumento principale è l’incentivazione e l’innalzamento dei salari per la classe media, anche con la premialità fiscale, oltre all’ancoraggio al contesto economico del capitalismo occidentale in alleanza con gli Stati uniti (con un ruolo non irrilevante del formato Quad, che include oltre a Washington e Tokyo anche Australia e India), a un rapporto di collaborazione tra pubblico e privato e all’accento posto sulla digitalizzazione e la lotta al cambiamento climatico. Poi l’incontro con il Papa. Nel colloquio, durato circa 25 minuti – ha detto ai giornalisti il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni – si è parlato di armi nucleari e di come ne sia inconcepibile l’uso e il possesso. La tematica è stata affrontata anche nei successivi colloqui in Segreteria di Stato. Il leader nipponico ha incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e l’attenzione è stata rivolta in particolare alla guerra in Ucraina rimarcando appunto l’urgenza del dialogo e della pace e auspicando, a questo fine, un mondo libero dalle armi nucleari. Sul tavolo anche il contesto più generale dell’80° anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali, segnato dal contributo della Chiesa cattolica in molteplici settori della società giapponese. con la memoria, anche in occasione del 75° anniversario del bombardamento, il Papa ne aveva parlato nel 2020, il 6 agosto, e poi il 9 gennaio incontrando il Corpo diplomatico, aveva ribadito “l’orrore che noi esseri umani siamo capaci di infliggerci”, esprimendo l’auspicio che la coscienza umana diventi sempre più forte di fronte ad ogni volontà di dominio e di distruzione, specialmente quella provocata da ordigni a così alto potenziale distruttivo, come le armi nucleari. Esse non solo favoriscono un clima di paura, diffidenza e ostilità, ma distruggono la speranza”. Ancora nel gennaio di quest’anno nel discorso agli ambasciatori della Santa Sede Francesco ha aggiunto anche n appello alla comunità internazionale perchè “compia un passo decisivo “nella costruzione di un mondo libero da armi nucleari, “possibile e necessario”: “le armi nucleari – è tornato a dire-  sono strumenti inadeguati e inappropriati a rispondere alle minacce contro la sicurezza nel 21° secolo” e  “il loro possesso è immorale”. “La loro fabbricazione distoglie risorse alle prospettive di uno sviluppo umano integrale e il loro utilizzo, oltre a produrre conseguenze umanitarie e ambientali catastrofiche, minaccia l’esistenza stessa dell’umanità”.

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