La guerra di Putin

La guerra affonda le speranze di crescita mondiale. L’Fmi rivede al ribasso le sue previsioni

“Anche se il conflitto dovesse finire presto, la perdita di vite umane, la distruzione e la fuga dei cittadini limiteranno severamente l’attività economica per anni”.I sistemi economici dell’Ucraina e della Russia sono in rosso a causa del conflitto. Stando alle stime del Fondo Monetario Internazionale, il Pil russo, in seguito al +4,7% registrato lo scorso anno, dovrebbe contrarsi dell’8,5% quest’anno e del 2,3% nel 2023, segnando un’improvviso arresto rispetto alle stime di gennaio secondo cui la Russia prevedeva il +2,8% per il 2022 e il + 2,1% per il prossimo anno. Peggiore è la situazione dell’Ucraina: quest’anno, il Pil subirà un crollo pari al 35%, e “anche se il conflitto dovesse finire presto, la perdita di vite umane, la distruzione e la fuga dei cittadini limiteranno severamente l’attività economica per anni”. a andiamo a vedere nel dettaglio le stime del Fondo che ha rivisto al ribasso le stime per la crescita mondiale. Nel World Economic Outlook di aprile si legge che “dopo una forte ripresa nel 2021, gli indicatori di medio termine indicano che l’attività globale è rallentata. Si prevede che la crescita globale diminuisca dal 6.1% nel 2021 al 3.6% nel 2022 e 2023 – in calo rispettivamente di 0.8 e 0.2 punti rispetto a quanto stimato nel World Economic Outlook di gennaio 2022”. E ancora: “Ci si aspetta che il conflitto in Ucraina e le sanzioni alla Russia riducano la crescita globale nel 2022 sia tramite impatti diretti nei due Paesi che attraverso ricadute globali. Questo shock arriva proprio quando la minaccia della variante Omicron sembrava stesse scomparendo e quando alcune parti del mondo stavano superando la fase acuta della pandemia”. Per quanto riguarda l’impatto della guerra nei due Paesi che la stanno combattendo, il Fmi scrive che è impossibile quantificare con precisioni quali saranno le ricadute su Kiev ma ci si aspetta che l’economia ucraina si contragga del 35% nel 2022. “Anche se la guerra finisse a breve, la perdita di vita, la distruzione di capitale fisico e la fuga dei cittadini freneranno l’attività economica per vari anni a venire”. La Russia invece risentirà soprattutto delle sanzioni e della fuga di alcune aziende. Per questi motivi, il Fmi scrive che l’outlook rimane “cupo” e che la “disintermediazione finanziaria e la perdita di fiducia da parte degli investitori porteranno a un calo significativo degli investimenti privati e dei consumi, solo in parte compensato dalla spesa fiscale”. In generale, ci si aspetta un’evidente contrazione, con il Pil in caduta dell’8,5% nel 2022 e del 2,3% nel 2023. Il Fmi ha poi tagliato rispettivamente di 0.6 e 0.2 punti percentuali le previsioni di crescita nei Paesi più industrializzati, che dovrebbe attestarsi al 3.3% nel 2022 e al 2,4% nel 2023. Come si evince dalla tabella, è peggiorata la situazione di tutti gli Stati che sono stati presi in esame, ma non allo stesso modo. Il Fmi ha infatti tagliato di 0.3 punti le previsioni di crescita negli Usa sia nel 2022 che nel 2023, con la conseguenza che ora si attesterà rispettivamente al 3,7% e al 2.3%. A proposito della situazione in questo Paese, l’istituto scrive: “I legami economici tra la Russia, gli Usa e il Canada sono limitati e alti fattori hanno un impatto significativo sull’outlook delle due eonomie”. “Le previsioni per gli Usa erano già state riviste al ribasso. Il taglio ulteriore di 0.3 punti riflette un ritiro più veloce del supporto monetario rispetto a quanto stimato in precedenza … e l’impatto di una crescita minore nei partner commerciali, che è il risultato della disruption dovuta alla guerra”. Anche il Regno Unito vede la sua crescita diminuire. Il Fmi prevede che si attesi al 3.7% nel 2022 e all’1,2% nel 2023, in calo rispettivamente di 1 punto e 1.1 rispetto a quanto aveva previsto a gennaio. Poi aggiunge: “Si prevede che i consumi saranno più deboli per via dell’inflazione che erode il reddito disponibile reale e che condizioni fiscali più stringenti raffreddino gli investimenti”. I tagli sono ancora più netti se si guarda all’area euro. Il Fmi stimava una crescita del 3.8% in Germania nel 2022 nell’outlook di gennaio. Ora l’ha rivista al ribasso di 1.7 punti e prevede che si fermerà al 2.1%. L’Italia è in una situazione simile: doveva crescere del 3,8% nel 2022 ma si fermerà al 2,3% a causa di un taglio di 1.5 punti percentuali. Riviste al ribasso anche le previsioni per il 2023: il Fmi stima che non andrà oltre l’1,7%, in calo di 0.5 punti rispetto a quanto prevedeva a gennaio. Il Fmi scrive che l’impatto della guerra ucraina in Europa si riflette soprattutto nella sicurezza energetica e nell’aumento dei prezzi dell’energia e che il nostro Paese e la Germania saranno i Paesi più colpiti tra quelli avanzati anche perché dipendono di più dalle importazioni di gas russo. Il Fmi prevede che il conflitto in Ucraina avrà conseguenze anche in Asia Centrale dati i legami di alcuni Paesi con la Russia mentre nell’Africa subsahariana “i prezzi più alti del ciboimpatteranno in modo negativo sul potere d’acquisto dei consumatori, soprattutto tra i nuclei a basso reddito – e peseranno nella domanda interna”. Al tempo stesso, l’aumento del prezzo del petrolio ha aumentato le prospettive di crescita per alcuni esportatori come la Nigeria. Il Fmi prevede che il conflitto in Ucraina avrà conseguenze anche in Asia Centrale dati i legami di alcuni Paesi con la Russia mentre nell’Africa subsahariana “i prezzi più alti del ciboimpatteranno in modo negativo sul potere d’acquisto dei consumatori, soprattutto tra i nuclei a basso reddito – e peseranno nella domanda interna”. Al tempo stesso, l’aumento del prezzo del petrolio ha aumentato le prospettive di crescita per alcuni esportatori come la Nigeria.

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