di Giuliano Longo
C’è una storia pubblicata da Seymour Hersh e ripresa con evidenza dai media russi e segnata da Stephen Bryen su Asia Times. La storia racconta che il generale ucrainoValerii Zaluzhnye il generale russo Valery Gerasimov starebbero negoziando segretamente un accordo che potrebbe, potenzialmente porre fine alla guerra in Ucraina. La storia è supportata da fonti “anonime” citate da Hersh che non è l’ultimo dei pellegrini del giornalismo, avendo vintoil Premio Pulitzer per le sue numerose inchieste giornalistiche in ambito militare.
Noto invece -e da tempo confermato da fonti più o meno ufficiali ucraine- è che il rapporto tra Zaluzhny e Zelensky sia pessimo. Talmente teso che il generale non si è presentato l’ultimo giorno di novembre a un incontro con altri generali e il suo presidente il quale ha ordinato ai governatori regionali dell’Ucraina di non avere contati con lui (V.ORE12).
Il presidente ucraino continua a proclamare che Kiev non negozierà con Mosca fino a quando non abbandonerà i territori occupati e in effetti, sotto il profilo giuridico, non potrebbe nemmeno farlo perché ha inserito nell’ordinamento una norma che lo vieta.
Quali sarebbero secondo Hersh le due condizioni per un accordo tra i generali?
Il primouna sorta di riconoscimento da parte dell’Ucraina del controllo russo sul territorio che attualmente occupa.
Il secondo,altamente improbabile, è che la Russia non si opporrebbe all’adesione dell’Ucraina alla NATO, a condizione che non vi siano basi dell’Alleanza nel paese.
Zaluzhny tempo fa lanciò qualche ballon d’assai facendo trapelare l’idea che l’Ucraina possa vivere (o sopravvivere?) senza i territori occupati dalla Russia.
L’altro, ben più concreto, è che l‘esercito si ritiri lungo la linea di contatto e creando forti perimetri di difesa per fermare le emorragie di uomini e mezzi preparandosi in difesa al lungo inverno e al r-acutizzarsi del conflitto a primavera inoltrata.
Anche perché i russi stanno avanzando ad Avdiivka e stanno ottenendo importanti conquiste territoriali intorno a Bakhmut, a Kupyansk, Liman e altrove.
Quindi non vi sono segnali né che la Russia rallenti le sue operazioni, né che l’Ucraina stia ritirando le proprie forze anche se le fa ruotare da una parte all’altra della linea di contatto.
Ma la situazione sul campo non significa che non ci siano colloqui segreti in corso anche se qualunque dialogo non può prescindere dalla Nato e da Washington. Ad alimentare lo scetticismo sulle rivelazioni di Hersh basti osservare la cattiva accoglienza riservata al ministro degli Esteri russo,Sergey Lavrov, nel corso della riunione dell‘OSCE nella Macedonia del Nord.
Innanzitutto, questa è la prima volta dall’inizio dell’invasione che il ministro degli Esteri russo si reca in un paese della NATO -una visita alle Nazioni Unite a New York in realtà non è tecnicamente una visita negli Stati Uniti. Per arrivare lì all’aereo di Lavrov è stato negato il permesso di sorvolo da parte della Bulgaria, quindi il suo aereo ha sorvolato dallaTurchiae la Grecia.
In secondo luogo l’OSCE – che aveva preso parte ai colloqui di Minsk nel 2014 e 2015 per porre fine alla crisi in Ucraina – avrebbe dovuto supervisionare l’accordo, occuparsi delle violazioni e contribuirne all’attuazione, cosa cui non ha adempito, mentre l’andamento dell’incontro in Macedonia del Nord ha distrutto definitivamente la credibilità dell’OSCE come possibile partner di pace.
In terzo luogo è stato lo stesso Lavrov a gelare ogni prospettiva di pace riferendo ai giornalisti che “non vediamo alcun segnale da parte di Kiev o dei suoi padroni sulla loro disponibilità a cercare qualsiasi tipo di soluzione politica né vediamo alcun motivo per rivedere i nostri obiettivi.”
Tornando alle rivelazioni di Hersh è possibile che Lavrov non sia stato informato dell’incontro o degli incontri tra Gerasimov e Zaluzhny, ammesso che abbiano realmente avuto luogo. Ma anche questo è relativo perché al Cremlino in pochi erano informati , ad esempio,dei contatti con l’intelligence occidentale ed ucraino del defunto fondatore della Wagner, Prighozin.
Mentre dietro alle rivelazioni del giornalista americano sono possibili due ipotesi:
la primaè che in alcuni ambienti di Mosca e Washington si stia davvero lavorando da tempo per una soluzione del conflitto, o perlomeno che esistano contatti sotterranei fra l’Occidente e la Russia.
L’altraè che la figura del generale che gode di molta popolarità in ucraina come testimoniano i sondaggi resi pubblici a Kiev, sia davvero ai ferri corti, ma molto corti e al limite della rotturacon Zelensky sempre più guardingo e sospettoso.
Infine Bryan avanza un’altra ipotesi che riportiamo.
“…Se Zaluzhny è diventato un ostacolo agli sforzi degli Stati Uniti per sostenere l’Ucraina e mettere più armi nelle mani di Zelenskyj, allora come distruggerlo? Lo fai lasciando intendere che sta segretamente negoziando con il nemico. La parola usata sarebbe allora “traditore”.
Quindi le rivelazioni di Hersh, cui hanno dato tanto clamore i media di Mosca, non sarebbero altro che uno strumento per indebolire, seminando discordia, i vertici di Kiev.