È giallo sulla morte di Larimar Annaloro, la ragazzina di 15 anni che è stata trovata impiccata nel giardino di casa a Piazza Armerina martedì 5 novembre dopo un litigio a scuola: dopo che gli inquirenti, alla luce dell’autopsia, hanno definito “anomale” le modalità del suicidio, il mistero della morte di questa ragazzina, già poco chiaro, è diventato ancora più intricato. La famiglia, fin dall’inizio, ha sempre sostenuto che non fosse possibile che la ragazzina si fosse uccisa. Sia perchè non lo avrebbe mai fatto per il carattere che aveva (“Era solare, brava a scuola, piena di vita”), sia perchè tempi e modi erano troppo strani. Intanto, la Procura ha fatto sequestrare i cellulari di otto ragazzini (non c’è nessun indagato nel fascicolo che ipotizza l’istigazione al suicidio) per cercare di ricostruire meglio le vicende degli ultimi giorni.
L’autopsia ha rilevato alcune circostanze poco chiare sulle modalità in cui la ragazza si sarebbe tolta la vita: la corda con cui si è legata era stata passata intorno ai piedi, alla pancia e al collo, ma le mani erano libere. E quindi non si spiega come sia possibile che la ragazza, una volta lasciatasi andare, non si sia liberata dalla presa con le mani. Anche la posizione del corpo, in ginocchio, è stata considerata strana. La madre dice che ci sono ancora i segni sul terreno di dove appoggiavano le ginocchia. E ancora: l’albero a cui la ragazza è stata trovata legata era in mezzo al terreno, che era fangoso. Ma le scarpe bianche della ragazza sono pulite, così come è pulita (senza neanche un’impronta) la sedia che è stata trovata sotto l’albero e su cui la ragazza sarebbe salita prima di abbandonarsi di peso. “Ci sono troppe cose che non tornano”, ha detto la sorella Dioslary. E la madre Johary si spinge oltre: “Ho tantissimi sospetti. Mi sono fatta delle idee e ho in testa dei nomi che però ovviamente non posso dirle”, ha detto al Corriere della Sera. Il suicidio sarebbe avvenuto in una finestra temporale di appena 45 minuti: la mamma insieme al padre era andata a prenderla a scuola, dopo la lite, e l’aveva riaccompagnata a casa. Lì l’hanno lasciata per andare a fare alcune commissioni e, al ritorno dopo 45 minuti, l’hanno trovata impiccata. La porta di casa era aperta e la stanza della 15enne a soqquadro. “Siamo usciti 40-45 minuti- dice ancora la mamma al Corriere-. Impossibile che lei abbia pensato e messo in pratica di uccidersi in quel modo così brutale”. Le stranezze, poi, sono tante: “Era tutta legata fino ai piedi, aveva le braccia libere, le corde erano due. Non erano avvolte attorno al collo, lei era come ‘appoggiata’ a una delle corde. Le ginocchia toccavano terra e ci sono ancora le fossette che lo dimostrano. La sedia trovata lì non aveva l’impronta delle sue scarpe che erano bianche e pulite, anche se ci è arrivata fra erba e terra”. Il litigio a scuola sarebbe avvenuto, come già evidenziato da subito, per via di un ragazzo. Una coetanea di Larimar l’avrebbe accusata di essere stata col suo ex fidanzato, dandole della ‘ruba-fidanzati’. In questo litigio sarebbe stato coinvolto anche il ragazzo, che avrebbe ammesso davanti a tutti di essere uscito con Larimar due sere prima, aggiungendo però di essere ubriaco. In tutto ciò, si innesta il mistero di presunte foto o video che ritrarrebbero la 15enne in intimità. E che potrebbe essere stato il motivo scatenante della vergogna e del gesto suicida. L’idea che alcune sue foto intime potessero circolare nelle chat di scuola (o magari sul web) potrebbe averla spinta a uccidersi? Per i genitori no, la madre è convinta che sia stato qualcuno a uccidere sua figlia. L’auspicio degli inquirenti è che dai cellulari sequestrati arrivi qualche elemento che aiuti a fare chiarezza sugli ultimi giorni di vita della 15enne. L’appuntamento con il ragazzo (vero?), le presunte immagini osè, la litigata a scuola. Qualcuno tra i ragazzini ha raccontato che dopo la discussione con la coetanea, Larimar sarebbe stata anche accerchiata da un gruppetto e insultata. Ma è la versione solo di alcuni. Per altri la discussione con la compagna era stato solo un confronto, uno scambio di punti di vista, niente di che. “È successa una cosa brutta“, aveva detto la 15enne alla mamma quando ha chiesto di essere venuta a prendere per tornare a casa. Ma poi il discorso non era stato approfondito. E c’è anche un altro giallo. Quello di una specie di biglietto di addio che sarebbe stato fatto recapitare al fidanzatino di Larimar dalla ragazza attraverso un’amica. C’era scritto” Ti amerò anche nella prossima vita” ed è un elemento che darebbe forza alla tesi del suicidio. Ma la sorella, che si è fatta mandare una foto del bigliettino, è certa che non si tratti della grafia della giovane. E anche qui il mistero si infittisce. Il padre di Larimar, Roberto, è stato intervistato da Repubblica. E anche lui esclude del tutto la pista del suicidio. “Non è possibile che si sia suicidata , mia figlia Larimar era una ragazza piena di vita, con tanti progetti”. L’uomo, che non si dà pace, ha raccontato anche che la ragazzina aveva già affrontato altre volte discussioni a scuola, senza problemi, e che la sera prima di quel tragico 5 novembre avevano parlato insieme, in famiglia, di una vacanza. “Discussioni ce n’erano state anche prima- ha detto il padre Roberto a Repubblica-. Ma mia figlia sapeva come affrontarle. Una cosa è certa: la sera prima che morisse Larimar progettava con tutti noi una vacanza”.
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