“Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve assumere una posizione ferma contro l’aggressione israeliana subita dal Libano e contro la guerra tecnologica che [Israele] sta conducendo contro di noi, e che sta causando centinaia di morti e decine di feriti”: questo il messaggio che il primo ministro libanese uscente, Nagib Mikati (nella foto), ha affidato all’ambasciatore britannico in Libano, Hamish Cowell, nel corso di un incontro al Palazzo del Gran Serraglio, a Beirut. “La comunità internazionale– ha aggiunto Mikati, stando alla stampa locale- è la principale responsabile dell’impunità di Israele” ha aggiunto, auspicando che “Il Consiglio dei ministri previsto per domani possa condurre a una decisione che faccia da deterrente e che possa porre fine alla guerra di sterminio che Israele conduce“. Mikati è intervenuto dopo due giornate di attentati terroristici, che hanno visto centinaia di dispositivi elettronici saltare in aria contemporaneamente in diverse località del Libano. I dispositivi – tra cui principalmente cercapersone, smartphone e walkie-talkie – appartenevano a esponenti del partito politico Hezbollah, e della sua ala militare. Nelle esplosioni sono morte quasi cinquanta persone, mentre i feriti sarebbero 3.300. Intanto dopo due giornate segnate da attentati esplosivi multipli, le autorità di Beirut hanno deciso di mobilitare l’esercito nazionale affinché, tramite i propri artificieri, raccolga e faccia detonare i sicurezza cercapersone, walkie-talkie altri congegni ritenuti “sospetti”. Secondo la stampa di Beirut, le persone sono state invitate a “tenersi a distanza” dai luoghi in cui i dispositivi verranno fatti brillare e a segnalare l’eventuale presenza di altri oggetti sospetti. L’operazione sta avendo luogo in varie regioni del Paese. Oltre alle azioni degli artificeri, il commissario di governo presso il tribunale militare, il giudice Fadi Akiki, ha dato direttive a esercito e intelligence affinché raccolgano tutte le informazioni tecniche e di sicurezza riguardanti i recenti attentati. Alla polizia Akiki ha invece chiesto di avviare indagini sui casi di decesso e ferimento avvenuti a danno della popolazione.
Dire