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Libano, quella di Israele non è invasione. Dagli Usa: “In linea con il diritto a difendersi”. Trincerati nelle basi i soldati della missione Unifil

E’ iniziata nella notte tra lunedì e martedì l’incursione di terra del Libano meridionale da parte di Israele. Incursione descritta dalle Forze di difesa israeliane (Idf) come “limitata, localizzata e mirata”, supportata dalle forze aeree e dall’artiglieria, contro obiettivi di Hezbollah. “Questi obiettivi sono situati in villaggi vicini al confine e rappresentano una minaccia immediata per le comunità israeliane nel nord di Israele”, sottolinea l’Idf. L’esercito israeliano, attraverso una dichiarazione, ha poi chiarito che l’operazione continuerà “in base alla valutazione della situazione e in parallelo ai combattimenti a Gaza e in altri campi”, ha continuato la dichiarazione. Dal canto loro due funzionari israeliani hanno inoltre dichiarato che questa incursione è limitata nel tempo e nella portata e non è destinata a occupare il Libano meridionale. Sul terreno è la 98ma Divisione dell’esercito israeliano (Idf) a guidare le “operazioni mirate,  limitate e localizzate nel Libano meridionale… dopo aver operato per molti mesi nella Striscia di Gaza”: lo rende noto lo stesso Idf su Telegram. “Nelle ultime settimane, i soldati della 98ma Divisione, inclusi i soldati dei Paracadutisti, del Commando e della 7ma Brigata, si sono preparati per operazioni mirate, limitate e localizzate nel Libano meridionale, che sono iniziate lunedì sera- si legge in un comunicato -. In queste settimane sono stati approvati i piani e i soldati si sono addestrati nell’arena settentrionale”. “Dopo aver operato per molti mesi nella Striscia di Gaza, dove i soldati della divisione hanno acquisito competenze ed esperienza operativa, si sono spostati a nord e stanno ora operando nell’arena settentrionale dopo aver apportato le modifiche necessarie per combattere in Libano”, conclude la nota.

Intanto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha dichiarato al Times of Israel che i raid limitati che le forze di difesa israeliane hanno lanciato contro le postazioni di Hezbollah sul lato libanese della Blue Line sono “in linea con il diritto di Israele di difendere i propri cittadini e di riportare i civili a casa in sicurezza”.

“Sosteniamo il diritto di Israele di difendersi da Hezbollah e da tutti i gruppi terroristici sostenuti dall’Iran”, ha afferma il portavoce americano, che il giornale evita di identificare.”Certo, sappiamo che l’espansione della missione può essere un rischio e continueremo a discuterne con gli israeliani”, ha aggiunto il portavoce, riferendosi alla preoccupazione degli Stati Uniti che Israele si impantani in Libano o sia portato ad espandere la sua missione una volta che è già in movimento.

“In definitiva, una risoluzione diplomatica è l’unico modo per raggiungere una stabilità e una sicurezza durature lungo il confine tra Israele e Libano”, ha affermato ancora il portavoce, sottolineando la convinzione degli Stati Uniti che i soli mezzi militari non ripristineranno la sicurezza nelle città di confine settentrionali o meridionali di Israele. Va detto poi del bilancio delle vittime in Libano dall’inizio degli attacchi israeliani e sarebberopiù di mille le persone che sono state. Lo riferisce il ministero della Sanità di Beirut che, nel suo ultimo bilancio, parla di circa 95 persone che sono state uccise e 172 ferite negli attacchi aerei israeliani in Libano di ieri. Potrebbero essere fino a un milione le persone sfollate, scrive la Bbc. Va detto poi della forza di stabilità delle Nazioni Unite dispiegata proprio ai confini tra Israele e Libano. I peacekeeper di Unifil, , non sono più in grado di pattugliare le aree di confine del sud alla frontiera con Israele a causa dei colpi di artiglieria esplosi dalle forze armate di Tel Aviv e da Hezbollah: lo ha riferito in serata Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu. Secondo il responsabile, che ha parlato durante un punto stampa, i caschi blu “restano in posizione” ma non possono spostarsi e verificare il rispetto dei confini “a causa dell’intensità dei lanci di missili da una parte e dall’altra”. Dujarric è portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Unifil conta su oltre 10mila effettivi messi a disposizione da più Paesi, Italia compresa.

aggiornamento la crisi mediorientale ore 13.44

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