Lunedì uscirà dal carcere Manuel Winston Reyes, condannato dieci anni fa per l’omicidio efferato della contessa Alberica Filo della Torre avvenuta nel luglio 1991 nella villa all’Olgiata. A trent’anni dal delitto, il filippino ex maggiordomo ha dunque scontato il suo debito con la giustizia. Amaro il commento del figlio della vittima, Manfredi Filo Della Torre: “Sapere che per un omicidio si scontano solo dieci anni è aberrante, Reyes non si è mai pentito”. Manfredi Mattei Filo della Torre aggiunge: “Con noi non si è mai scusato, neanche durante le udienze del processo in Corte d’Assise, in cui ci siamo incrociati”. Lo scorso anno, Pietro Mattei, marito di Alberica e padre di Manfredi è mancato: “Se non avessimo avuto le spalle forti di papà e le disponibilità economiche che aveva, non avremmo potuto ottenere giustizia”, sottolinea Mattei, che non lesina critiche a come la magistratura condusse le indagini nella prima fase dopo il delitto. Anche a causa delle vicissitudini della sua famiglia, Manfredi Mattei sta sostenendo la raccolta firme per i referendum sulla giustizia promossa dai Radicali: “Non è una posizione politica, ma un dovere civico”. Manfredi Mattei parla anche del coinvolgimento nella vicenda, come sospettato, di Michele Finocchi, allora uomo dei servizi segreti: “Il giorno in cui mia mamma fu uccisa, mi sembra di ricordare che Finocchi, per esempio, arrivò lì per caso, per un appuntamento pregresso che non si era riusciti a disdire in quel trambusto… I miei lo avevano conosciuto per un motivo banale, quando avevano fatto i passaporti”. A un certo punto i sospetti lambirono anche il padre, Pietro Mattei. Ha mai dubitato di lui? “Innanzitutto non fu mai lontanamente sospettato, su questo è stata costruita una narrazione mediatica tremenda. Comunque non ho mai, assolutamente, dubitato di lui”.