Cultura, Arte e Libri

Lo spazio, le percezioni e la rappresentazione fisica nella mostra personale di Marco Brandizzi a Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi

Ascoltavo una musica rivoluzionaria, è il tema della mostra personale di Marco Brandizzi, inaugurata sabato 2 luglio, fino a domenica 11 settembre 2022, negli spazi del Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini Contemporary  di Trevi (PG). La mostra, che prende spunto  dalle meditazioni mistico-rivoluzionarie del poeta russo Aleksander Aleksandrovič Blok*, che nell’alternarsi delle ansie apocalittiche ed enfasi utopistica, dell’ultimo periodo del poeta, analizza il concetto di spazio tra stimoli percettivi e rappresentazione fisica nelle declinazioni concettuali e metodologiche, con diversi metodi illustrativi: disegno, pittura, scultura, stampa, installazione, assemblaggi, video che scandiscono il bel percorso lucido e terso, equilibrato “… nella coincidenza di elementi in apparenza distanti: trascendenza e guerra, spazio quotidiano e filosofia, popolo e intimità”, condotto con sapienza per arrivare al cuore del discorso artistico costantemente in bilico tra apparenza e sostanza, materia e coscienza, estetica ed etica. Discorso che si sviluppa tra personale e politico. Nelle stesse parole dell’artista questa mostra  è “un diario in itinere, che prova a raccontare delle suggestioni, alcune volte sociologiche e politiche, ma sostanzialmente introspettive, direi intime”.  Per la realizzazione delle opere esposte a Palazzo Lucarini, Brandizzi impiega metodi e materiali artigianali e industriali, con debiti alle correnti artistiche della seconda metà del XX secolo: al minimalismo, alla graphic desing, a Jean Tinguely. Ciò non sminuisce l’importanza del lavoro in quanto sorretto da un pensiero ideale lucido e coerente di ricerca filosofica e sociologica che si sviluppa lungo il percorso della mostra. L’opera CNC machine  è un manufatto, costituito da una piattaforma meccanica, elaborata con una scheda digitale Arduinoche, muovendosi, accorpando, in questa fase, parole che definiscono categorie e associazioni sociologiche, generando, riflessioni su:  popolo,  identità e spazio. L’opera è stata pensata come piattaforma aperta e riprogrammabile. Il disegno Linea orizzonte,tecnica mista su carta, concettualizza l’idea dell’operaTavolo perimetrorealizzato in gomma bicomponente, ferro, resina, legno e poliuretano. L’insieme rende visibile dell’opera il pensiero e l’opera compiuta: infatti in questo spazio si fronteggiano l’idea, resa graficamente, che visualizza l’oggetto e lo stesso realizzato manualmente adattandosi allo spazio dedicato. Nell ’opera/parete Estesa, realizzata in tecnica mista, è rappresentato lo schema di una mappa concettuale. L’opera introduce e visualizzato il tempo che precede e accompagna la definizione della spazio, avendo come riferimento alcune parole che stanno all’origine del linguaggio occidentale è per la definizione  dello spazio simboli e parole ancora in uso, inventate lungo il percorso della storia, le quali concettualizzate tracciano l’arco del percorso che definiscono il tempo. Estesa è un’opera austera e significativa per chiarezza di linguaggio e pulizia formale che esplicita il pensiero che supporta e giustifica il concetto che sta alla base dell’esposizione. Altra opera nella quale è presente il tempo è Immagine CNN 1991composta da scritte stampate su cristallo temperato montato su rotelle, che la rende mobile perciò in grado di tracciare nuovi spazi riproponendosi rigenerata nel tempo. Le scritte ripropongono parti del commento televisivo della CNN nel momento dello  scoppio, il 2 agosto 1990, della prima guerra del Golfo. L’opera si colloca in una nicchia temporale che dilata lo spazio, come onde, del primo grande evento mediatico, dopo quello della guerra del Vietnam, dal 1955 al 1975. Quella del Golfo fu una guerra senza immagini: erano i commenti nei quali la voce narrante accompagnavano le riprese notturne dalle traiettorie dei missili. Le scritte stampate sui piani di cristallo ruotano attorno all’immagine della tartaruga la quale si può interpretare come invito all’uso del tempo necessario , quindi della lentezza, per la comprensione degli eventi. Abitudine questa tutta da riscoprire e da reintrodurre negli spazi nei quali si svolgono gli eventi.  Altre opere quali: Non sono, quindi penso; Grundvasser, composte di frasi e parole, realizzate in tecnica mista, appese in diverse pareti dello spazio espositivo, alludono ai perimetri nei quali si muove il pensiero occidentale e la sua formulazione.  Il video Santo Sepolcro sumosi sofferma sulla difesa degli spazi della fede, luoghi mistici, vigilati dall’esercito israeliano, delle diverse confessioni di origine cristiana, sistematicamente invasi dagli stessi fedeli per lo spazio insufficiente nel quale interagiscono. Infatti per lo stretto contatto dei fedeli nella foga mistica difendono e occupano gli altrui spazi per assicurare al futuro la ragione della loro esistenza. In scala ridotta la rappresentazione di quanto avviene sulla faccia della terra: il microcosmo come rappresentazione del macrocosmo, come difesa, assicurandosi lo spazio, delle tradizioni, delle culture e delle diversità.  *Aleksander Aleksandrovič Blok  (1880-1921)  poeta e drammaturgo russo che all’inizio dell’epoca bolscevica, esortava il popolo russo ad ascoltare “… questa musica della rivoluzione”.

Franco Rossi

Related posts

42a EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO IN PRIMA MONDIALE A PORDENONE L’AMAZZONIA DEL 1918 NEL DOCUMENTARIO RISCOPERTO AMAZONAS, MAIOR RIO DO MUNDO

Redazione Ore 12

A Siracusa gli Stati Generali del Cinema

Redazione Ore 12

C’est la vie, il nuovo album della mitica Giovanna

Redazione Ore 12