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L’occhio cinese sull’uso dei droni Creato il registro

A partire dal prossimo anno, i possessori di droni in Cina dovranno registrarsi presso le sedi del governo, non potranno acquisire filmati o immagini di strutture militari e non potranno trasferire illegalmente informazioni al di fuori del Paese. Inoltre, saranno istituite delle “no-fly zone” accanto a impianti nucleari, centrali elettriche e altri siti sensibili. Sono solo alcune delle disposizioni previste sulla prima normativa nazionale che regolamenta l’uso dei droni, diramata ieri e pubblicata oggi dal quotidiano edito a Hong Kong “South China Morning Post”. Il governo cinese vieterà agli stranieri di utilizzare droni non cinesi per raccogliere e divulgare informazioni geografiche sul Paese, un reato punibile con l’espulsione in mancanza dei necessari permessi. Come spiegato dalle autorità cinesi, la normativa è stata elaborata in ragione dei rischi posti dalla proliferazione dei dispositivi. “Si tratta di problematiche sempre più evidenti, che minacciano la sicurezza aerea, pubblica e nazionale, e i cui rischi non devono essere ignorati”. In base alle disposizioni preliminari, la registrazione sarà obbligatoria per varie tipologie di droni utilizzati per foto o video, inclusi quelli con un peso inferiore ai 250 grammi. Inoltre, sarà istituito l’obbligo per i possessori di avere con sé un documento d’identità e i relativi permessi in fase di utilizzo. Per i trasgressori sono previste multe fino a 2.800 dollari e le forze dell’ordine avranno facoltà di abbattere i dispositivi che non rispetteranno le normative.

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