Esteri

Massacro alla City Hall di Krasnogorsk: prevale la pista islamica, ma restano dubbi su quella ucraina

di Giuliano Longo

Continuano ad affluire notizie sull’attacco al Crocus City Hall di Krasnogorsk, nella regione di Mosca. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla agenzia governativa TASS il bilancio è oltre di 60 persone state uccise e altre 100 sono ferite.

 

Un gruppo di uomini armati armati di fucili d’assalto, ha sparato nell’atrio e poi all’interno della sala poco prima di un concerto del gruppo rock Picnic, come hanno riferito testimoni oculari. Successivamente si è verificata un’esplosione nell’edificio ed è scoppiato un vasto incendio.

 

L’incendio  ha distrutto un’area di 12.900 metri quadrati, con il tetto che ha iniziato a crollare parzialmente. Per spegnere l’incendio sono stati utilizzati in particolare gli elicotteri e oltre 470 persone, l’incendio è stato circoscritto all’1:00, ora di Mosca.

 

Il ministro della Sanità Mikhail Murashko ha riferito che circa 115 persone sono state ricoverate in ospedale, tra cui 5 bambini, mentre più di 30 persone hanno richiesto cure ambulatoriali.Per il vice primo ministro Tatyana Golikova 60 persone ricoverate versano in gravi condizioni,mentre quasi tutti gli interventi chirurgici necessari sono stati eseguiti. Il bilancio delle vittime probabilmente aumenterà nelle prossime ore.

 

Nel frattempo tutti gli eventi di massa previsti in Russia per il 23 e 24 marzo sono stati cancellati a Mosca e in altre regioni.Anche gli enti culturali federali non terranno eventi nei prossimi giorni e nemmeno le messe verranno celebrate. A causa della tragedia i teatri di Mosca cancellano gli spettacoli, i cinema e i musei sospendono le attività, alcune università hanno annunciato la cancellazione delle lezioni del sabato.

 

Le misure di sicurezza sono state rafforzate negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie di Mosca. Molte altre regioni hanno annunciato l’inasprimento delle misure di sicurezza.

 

Sin qui le notizie aggiornate,  ma oggi tutta la stampa occidentale riporta che gli  Stati Uniti avevano avvertito segretamente le autorità russe sul rischio di attacchi o attentati in luoghi pubblici

 

L’allarme inviato il 7 marzo scorso dall’ambasciata statunitense a Mosca, riferiva di segnali di “imminenti attacchi di estremisti contro concerti o altri luoghi pubblici”nella capitale russa. Lo hanno riferito fonti anonime al“New York Times”. Le stesse fonti , hanno precisato che l’avviso non avrebbe fatto riferimento a possibili sabotaggi da parte dell’Ucraina, affermando che il dipartimento di Stato non avrebbe utilizzato l’espressione “estremisti” per fare riferimento alle forze di Kiev.

 

 Volodymyr Zelensky ha affermato di “non avere nulla a che fare” con l’attacco, anche la cosiddetta Legione Russa della Libertàche ha effettuo le ultime incursioni armate nelle regioni di confine con la Russia, ha negato qualsiasi coinvolgimento.

 

Il portavoce dell’intelligence militare ucraina Andriy Yusov in un commento a Ukrainska PravdaLa, ha affermato che l’attacco terroristico a Mosca è “una provocazione deliberata da parte del regime di Putin. Si tratta di una provocazione deliberata da parte dei servizi speciali di Putin, dalla quale la comunità internazionale aveva messo in guardia. Il tiranno del Cremlino – conclude- ha iniziato la sua carriera con questo e vuole finirla con gli stessi crimini contro i suoi stessi cittadini”.

 

Queste ultime dichiarazioni non aiutano a dissipare l’ombra della mano ucraina su questo attentato. Alcuni organi di stampa russi riportano la dichiarazione del segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, Alexey Danilovche scrive “è divertente (quanto accade) a Mosca oggi? Penso che sia molto divertente. Mi piacerebbe credere che organizzeremo per loro un tale divertimento più spesso. Dopotutto, sono persone “fraterne” e devi accontentare i tuoi parenti visitandoli più spesso.  Quindi (su questa via ci) cammineremo”.

 

Va tuttavia ricordato che non  è la prima volta che il terrorismo islamico colpisce in Russia. Ecco uno sguardo ai precedenti attacchi  negli ultimi 25 anni.

Il 13 settembre 1999una bomba esplode in un condominio di otto piani nel sud-est di Mosca uccidendo 118 persone.

L’attacco causò la morte di di 293 persone. Mosca accusò degli gli attacchi i “terroristi” separatisti provenienti dalla Repubblica cecena.

 

Un gruppo di 21 ribelli ceceni maschi e 19 femmine presero d’assalto il teatro Dubrovka di Mosca il 23 ottobre 2002,durante un musical  prendendo in ostaggio di 800 persone. Lo scontro con le forze di sicurezza durò due giorni e tre notti.

Alla fine queste iniettano gas nel teatro per sopraffare gli aggressori, provocando la morte di 130 ostaggi soffocati dal gas.

 

Il 5 luglio 2003due donne kamikaze cecene, si fecero esplodere durante un concerto rock all’aeroporto di Tushino vicino a Mosca, uccidendo 15 persone e ferendone altre 50, tutte fra i 20.000 fan intervenuti per ascoltare alcune delle migliori band russe all’annuale festival Krylya.

 

Il 6 febbraio 2004,un gruppo ceceno poco conosciuto fa esplodere una bomba in una metropolitana affollata di Mosca durante l’ora di punta mattutina, uccidendo 41 persone.

 

Il 29 marzo 2010  due kamikaze si fanno esplodere nella metropolitana di Mosca, muoiono  40 persone alla stazione di Lubjanka, accanto al quartier generale dei servizi segreti dell’FSB.I due attentatori provenivano dalla instabile regione del Caucaso settentrionale del Daghestan.

Il gruppo dell’Emirato del Caucaso del leader ribelle ceceno Doku Umarov rivendica la responsabilità.

 

Infine il24 gennaio 2011, un attentatore suicida colpisce nella sala arrivi dell’aeroporto internazionale Domodedovo di Mosca uccidendo 37 persone, un gruppo dell’Emirato del Caucaso rivendica la responsabilità dell’attacco.

 

Va sottolineato che da mesi la stampa russa evidenzia il problema della forte immigrazioni islamica dalle repubbliche della Federazione ed ex Sovietiche chiedendo misure come il divieto del “burka” come in altri Paesi europei,aumentano anche gli scontri a carattere etnico. I cittadini di religione musulmana residenti in Russia rappresentano il 6.5% della popolazione, dato che non tiene conto degli immigrati in molti casi irregolari.

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