Economia e Lavoro

Match Point – L’età dell’incertezza e le sfide per le piccole imprese in transizione nel report di Confartigianato

In occasione di Match Point 2023, una due giorni di approfondimento e dibattito organizzati il 18 e 19 settembre a Roma da Confartigianato), l’Ufficio Studi ha presentato il report “Futuri possibili per le imprese a vocazione artigiana”.

Il secolo dell’incertezza – Una prospettiva di lungo periodo evidenzia come il XXI secolo si sta caratterizzando per il dominio dell’incertezza: dal 2000 si sono succedute dieci crisi, con 6 anni di recessione nei 15 anni tra 2008 e 2022 mentre nei 47 anni tra 1961 e 2007 gli anni di recessione erano stati solo 2. Nella serie storica del trend della produzione manifatturiera domina (63,4%) il cambio del segno, un indicatore di incertezza di quindici punti superiore al valore degli anni Novanta del secolo scorso. Con l’incertezza, si ampliano anche le diseguaglianze: il PIL pro capite in volume supera del 17% il livello di inizio secolo nell’Eurozona mentre scende del 2% in Italia.

Fine della turbo-globalizzazione? – Nell’ultimo decennio il commercio internazionale cresce più del PIL mondiale, mentre con la pandemia si sono acuite persistenti difficoltà nell’approvvigionamento di materie prime e nell’Unione europea si amplia la domanda di produzioni strategiche per le transizioni green e digitale; il baricentro della manifattura mondiale si è spostato verso oriente e in alcuni comparti della manifattura italiana, pari a circa un quinto della totale, la produzione si è più che dimezzata.

Seidenstraße, la Via della seta che passa per Berlino – La Cina è  il quarto mercato dell’export tedesco, mentre era il dodicesimo dieci anni fa. Nel primo semestre del 2023 il rallentamento dell’economia cinese si traduce in un calo dell’8,5% del suo export della Germania in Cina, mentre la recessione tedesca si riflette per l’Italia in una diminuzione dello 0,9% dell’export verso la Germania, il nostro primo partner commerciale, mentre si registra un aumento del 4,9% delle vendite del made in Italy destinate al resto del mondo.

La sfida dei BRICS – Nel 2024 i BRICS passeranno da 5 a 11 membri, aumentando significativamente il loro peso sull’economia mondiale e segnatamente nell’offerta di energia. Con l’allargamento, la quota dei BRICS della produzione mondiale di gas naturale passa dal 22,1% al 35,5% mentre quella della produzione di petrolio greggio più che raddoppia, passando dal 20,4% a 43,1%.

Autocrazie vs democrazie – Una analisi che elabora i dati del Fondo Monetario Internazionale sulla base della classificazione dei paesi per regime di Our World in Data, la piattaforma dati espressione dell’Università di Oxford, evidenzia la crescita del peso economico delle autocrazie, che dieci anni rappresentavano fa il 27,9% del PIL del mondo, quota che nel 2023 sale al 34,4%, concentrando il 70,4% della popolazione mondiale. Il nostro Paese è più esposto verso le autocrazie sul lato delle importazioni, prevalentemente di natura energetica, con una quota del 34,5%, superiore di 10,1 punti percentuali rispetto al 24,3% dell’Eurozona.

Africa driver della crescita negli anni Venti – Nello scacchiere mondiale va crescendo il ruolo dell’Africa, che tra il 2021 e il 2028 registrerà una crescita del PIL del 31,2% rispetto al corrispondente periodo pre-pandemia, una dinamica superiore al +29,7% registrato dall’Asia, che è stato il continente più dinamico del periodo 2012-2019. Dal 2001 al 2021 la quota dell’export dell’Ue a 27 in Africa è scesa di 18 punti percentuale, a fronte di un corrispondente aumento di 18 punti della quota della Cina.

Criticità nell’offerta di servizi pubblici e malfunzionamento di alcuni mercati – Agli stimoli provenienti da uno spazio internazionale sempre più complesso, si associano esternalità che derivano dal criticità del contesto  istituzionale. L’intervento dello stato in alcuni ambiti – come quelli dell’istruzione e della giustizia civile – non corregge la diseguaglianza economica. Pandemia e crisi energetica hanno fatto emergere alcuni malfunzionamenti dei mercati, segnalati dall’andamento di alcuni vettori di prezzo in una fase di turbolenza inflazionistica, e che mostrano rilevanti ricadute sulla competitività delle imprese.

Le sfide delle transizionidemografica, digitale e green  La dinamica demografica sta influenzando lo spessore della struttura imprenditoriale italiana, pesa sulla rarefazione dell’offerta di lavoro e amplifica la difficoltà di reperimento del personale. Sul digitale il report propone preliminari misure dell’impatto di automazione e dell’Intelligenza artificiale (IA) sul mercato del lavoro e sulla gestione delle piccole imprese. Una presentazione dei risultati di questa analisi dell’Ufficio Studi è proposta nell’articolo ‘Intelligenza artificiale: una valutazione dell’impatto sul lavoro e le imprese’ a firma di Enrico Quintavalle pubblicato su  Spirito artigiano.

Infine, il report propone l’analisi di un ampio set di ‘marcatori’ della sostenibilità presenti nel DNA delle piccole imprese, tra i quali un modello di specializzazione settoriale più ‘leggero’, una più elevata vocazione all’economia circolare, una maggiore presenza tra gli occupati di donne, giovani e stranieri.

Fonte Confartigianato

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