Dopo il mandato d’arresto contro Vladimir Putin emanato dalla Corte Penale Internazionale, inizia un “cupo tramonto” per le relazioni internazionali. Così, in un post su Telegram, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ripreso dall’emittente televisiva Rossiya 24.
“Tutti camminano sotto Dio e i missili” ed è possibile immaginare “un uso spot del missile ipersonico Onyx” sulla sede della Corte Penale Internazionale all’Aja, prosegue. Così, i Paesi Nato avrebbero paura di entrare nel conflitto e le loro popolazioni non soffrirebbero.
“C’è un completo pregiudizio e dittatura di un gruppo di Paesi anglosassoni”, dice Medvedev, tuttavia “un pari non ha potere su un pari”. “Nessuno ha bisogno” della CpI, che ha fatto catturare soltanto “tre dozzine di sconosciuti”, nota Medvedev.
“L’efficacia delle loro attività è zero. Questi non sono i tribunali di Norimberga e Tokyo creati ad hoc. O anche il dubbio tribunale per la Jugoslavia”, prosegue, aggiungendo che il capo di un Paese può essere messo sotto giudizio soltanto se il Paese “si è selvaggiamente indebolito” arrivando quasi a perdere la sovranità, o a una sconfitta in guerra o alla capitolazione. E sui crimini commessi dagli Stati Uniti in Paesi come l’Afghanistan o l’Iraq, la Corte ha mostrato la sua impotenza.
Gli effetti del mandato d’arresto contro Putin, conclude Medvedev, possono essere mostruosi: “Ora nessuno andrà a nessun organismo internazionale, tutti negozieranno tra loro”, inoltre “tutte le decisioni delle Nazioni Unite e di altre strutture si incrineranno”.
