Economia e Lavoro

Mercato del lavoro, l’analisi di Banca d’Italia

 

In marzo e aprile del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo ha continuato ad aumentare a ritmi sostenuti : nei due mesi sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni , un valore simile a quello del primo bimestre e superiore sia agli andamenti medi del 2022, sia a quelli del 2019, prima della pandemia di COVID-19. Come nei primi due mesi dell’anno, la domanda di lavoro è stata trainata dai servizi e soprattuto dal turismo, dove sono stati creati poco meno di 40.000 posti di lavoro, corrispondenti a circa un terzo del totale. Nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni l’occupazione ha continuato a salire a tassi in linea con quelli del bimestre precedente. È proseguita la ripresa dei settori manifatturieri a maggiore intensità energetica che hanno bene ciato del calo dei prezzi dell’energia. L’indicatore di intensità energetica è de nito in base al rapporto tra consumo di energia e valore aggiunto: entrambe le grandezze sono rilevate dall’Istat, rispettivamente nei conti dei ussi sici di energia e nei conti nazionali. I dieci comparti manifatturieri che mostrano i valori più alti di questo indicatore sono: industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (codice Ateco 10-12); industria del legno (codice Ateco 16); fabbricazione di carta e di prodotti di carta (codice Ateco 17); fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla ra nazione del petrolio (codice Ateco 19); chimica (codice Ateco 20); fabbricazione di articoli in gomma e plastica (codice Ateco 22); fabbricazione di prodotti di minerali non metalliferi (codice Ateco 23); metallurgia (codice Ateco 24). Questi comparti impiegano circa un terzo della forza lavoro della manifattura.  A marzo e aprile la maggioranza dei posti di lavoro creati, circa il 70 per cento, sono stati a tempo indeterminato. Coerentemente con la marcata espansione dell’occupazione, è proseguita la graduale riduzione del tasso di licenziamento, iniziata a metà del 2022 ; le dimissioni, dovute soprattutto alle transizioni da un impiego a un altro, rimangono su livelli più elevati rispetto al periodo precedente la crisi sanitaria (cfr. il riquadro Perché stanno aumentando le dimissioni? in Il mercato del lavoro: dati e analisi, novembre 2021). Negli ultimi due mesi si è però ra orzato il ricorso al lavoro a termine, il cui saldo è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35.000 posizioni da 15.000). Su questa ripresa ha in uito la forte crescita del comparto turistico, in cui i rapporti di lavoro di breve durata sono più di usi, ma anche la maggiore propensione delle imprese ad attivare nuove posizioni a tempo determinato, dopo che molte di quelle in essere erano state trasformate in permanenti nel 2022 . Il contributo dell’apprendistato è risultato sostanzialmente nullo. Nei primi due mesi del 2023, l’incremento dei tassi di partecipazione (0,3 punti percentuali in più rispetto al bimestre precedente ha frenato il calo della disoccupazione statistica, rilevata dall’Istat, e di quella amministrativa misurata dalle Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro (DID), rimaste sostanzialmente stabili.

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