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Migranti, a Cutro le vittime del naufragio potrebbero essere oltre 100

E’ oltre 60 morti, ma è un numero del tutto provvisorio, il bilancio del naufragio in Calabria, dove una nave carica con almeno 200 migranti si è incagliata in una secca per poi finire contro gli scogli. I cadaveri recuperati dai soccorritori, che operano nella zona dalle prime ore di domenica, sono 62. Tra loro tanti bambini. Quattordici sono quelli recuperati tra cui due gemellini di pochi anni ed un piccolo di pochi mesi. Le vittime minorenni hanno un’età compresa tra i 13 anni e gli otto mesi. Solo in 82 si sono salvati. Per 22 di loro si è reso necessario il trasporto in ospedale ed uno è in prognosi riservata in terapia intensiva. Intanto altre due persone sarebbero state fermate, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti giudiziari, con l’accusa di essere stati gli scafisti dell’imbarcazione. Le due persone che sarebbero in stato di fermo si aggiungono a quella di un uomo di nazionalità turca fermato con la stessa accusa. I tre sarebbero stati indicati dagli stessi migranti.  Il bilancio delle vittime non è definitivo e continua a salire con il passare delle ore, mentre i Vigili del Fuoco proseguono incessantemente le operazioni di soccorso. Al momento sono 59 i morti accertati, ma si teme arriveranno a 100. Tra loro anche due gemellini di pochi anni e un neonato. Le salme saranno trasferite al PalaMilone, il palazzetto dello sport di Crotone, mentre i superstiti verranno ospitati al CARA di Crotone e circa una trentina verranno trasferiti nella struttura ospedaliera. Sempre a proposito dei soccorsi, i vigili del fuoco di comune accordo con la Capitaneria di Porto, considerando le condizioni proibitive del mare, stanno procedendo alla ricerca e recupero dei dispersi in mare con gli acqua scooter. La Croce Rossa Italiana, Comitato di Crotone, è intervenuta a Cutro (Crotone) questa mattina, allertata dalla Prefettura, con ambulanze e mezzi, oltre 20 volontari, soccorritori e logisti che stanno dando supporto per il recupero dei superstiti tra cui ci sono adulti, nuclei familiari e bambini, e per il recupero delle vittime. “È una notizia drammatica – ha commentato Rosario Valastro, Presidente della CRI – un brutto risveglio che dovrebbe destare la comunità tutta affinché simili tragedie non accadano. La CRI ha attivato inoltre il Servizio Psicosociale (SEP) e il Restoring Family Links (RFL)”.

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