Esteri

Nel silenzio la lenta agonia di Haiti Appello accorato di Onu e Unicef

“La percentuale di abitanti di Haiti che affrontano livelli di insicurezza alimentare in condizioni di estrema emergenza è la seconda più alta al mondo: non possiamo abbandonarli”. E’ la drammatica denuncia del direttore esecutivo del Wfp (Programma alimentare mondiale) dell’Onu, Cindy McCain, che, assieme ai vertici dell’Unicef, è reduce da una missione proprio nell’isola caraibica. “La crisi della fame ad Haiti è invisibile, inascoltata e non affrontata”, ha sottolineato McCain. La violenza e gli shock climatici occupano, a livello globale, i titoli dei giornali praticamente ogni giorno, “ma non si sente altrettanto parlare altrettanto dei 4,9 milioni di haitiani che lottano per mangiare quotidianamente”, ha aggiunto. I vertici del Wfp hanno per questo chiesto un sostegno largamente maggiore per i bambini e le famiglie altamente vulnerabili che devono affrontare la violenza dilagante, i disastri naturali mortali e la recrudescenza del colera. “I bisogni umanitari sono oggi persino maggiori che dopo il devastante terremoto del 2010, ma con molte meno risorse per rispondere”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell. “Ho visto e sentito come i bambini e le famiglie haitiane stanno superando sfide insormontabili e non si arrendono. Nel momento di maggior bisogno del Paese – ha concluso – nemmeno la comunità internazionale dovrebbe arrendersi”. Complessivamente, recita un comunicato Unicef, 5,2 milioni di persone necessitano di un sostegno umanitario urgente, tra cui quasi 3 milioni di bambini. Circa 4,9 milioni di abitanti stanno lottando per sfamarsi e si prevede che quest’anno oltre 115mila bimbi sotto i cinque anni soffriranno di malnutrizione potenzialmente letale, con un aumento del 30 per cento rispetto all’anno scorso. Il sistema sanitario è quasi al collasso, le scuole sono state attaccate da gruppi armati e i civili sono terrorizzati e privati dei mezzi di sussistenza. Nei quartieri più pericolosi della capitale, donne e bambini subiscono livelli sconcertanti di violenza sessuale. Le alluvioni mortali e il terremoto di giugno hanno ricordato la vulnerabilità di Haiti ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali. Russell e McCain hanno incontrato il primo ministro, Ariel Henry, e altri funzionari governativi e hanno visitato una scuola sostenuta dall’Unicef e dal Wfp. Nella città di Jérémie, McCain ha incontrato agricoltori e produttori alimentari che forniscono cibo coltivato ad Haiti per le scuole e ha interagito con persone che ricevono aiuti mensili in denaro nell’ambito di un programma di rete di sicurezza sociale. Ha inoltre visitato un centro per la preparazione degli alimenti a Port-au-Prince, dove il Wfp e i suoi partner forniscono pasti caldi che vengono trasportati quotidianamente nelle scuole delle aree colpite dalla violenza armata a Cité Soleil. Russell, che è stata recentemente nominata direttore generale del Comitato permanente per Haiti, un organismo collettivo di alti dirigenti umanitari, ha visitato un sito per le famiglie sfollate dalle loro case a causa della violenza, dove l’Unicef sostiene una clinica sanitaria mobile. Ha inoltre parlato privatamente con i bambini e le donne sopravvissuti a violenze sessuali perpetrate dai gruppi armati e con un centro nutrizionale dove i bambini colpiti da malnutrizione acuta grave ricevono cure terapeutiche salvavita con il sostegno dell’Unicef. Nonostante l’ampiezza dei bisogni, prosegue il comunicato, è stato finanziato solo il 23 per cento dei 720 milioni di dollari necessari per la risposta delle Nazioni Unite nel 2023. Il Wfp ha bisogno di 330 milioni di dollari per raggiungere l’obiettivo di assistere 2,3 milioni di persone nel 2023, mentre l’Unicef chiede 246 milioni di dollari per raggiungere 1,7 milioni di bambini quest’anno. Russell e McCain hanno chiesto finanziamenti tempestivi e flessibili che possano essere rapidamente indirizzati dove i bisogni sono più urgenti. “Haiti non sarà mai in pace se quasi la metà della popolazione soffre la fame. Con la pace arriva la speranza di avere un buon piatto di cibo in tavola e un futuro migliore”, ha dichiarato il direttore esecutivo del Wfp.

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