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Netanyahu pensa al Congo per il “reinsediamento volontario” dei palestinesi di Gaza

di Giuliano Longo

 

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha affermato che  Israele sta prendendo in considerazione uno “scenario di resa e deportazione” dei residenti di Gaza, secondo quanto riferisce la tv israeliana Canale 12. Nelle registrazioni dell’incontro di martedì tra Netanyahu e le famiglie degli ostaggi israeliani a Gaza, si è sentito il primo ministro dire: “non rifiutiamo questa possibilità. Ci sono affermazioni da fare a favore e contro”.

Tuttavia Times of Israel alcuni giorni fa ha pubblicato la notizia, confermata anche da fonti anonime a livello governativo, che Tel Aviv sta trattando con alcuni Paesi, tra i quali il Congo, un accordo che gli consentirebbe di mandare all’estero migliaia di famiglie palestinesi di Gaza.

L’assurdità di tale proposta ventilata riguarda il Congo, un Paese in cui il 52,5% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà, ma che sarebbe disposto a far entrare nei propri confini un numero significativo di residenti a Gaza. La fonte non ha rivelato al Times of Israel i termini dell’accordo e, dunque, quale sia la ricompensa che Israele ha promesso a Kinshasa.

 

Ma ha specificato ai giornalisti israeliani che il governo Netanyahu sta conducendo trattative segrete anche con altri Stati: non è un mistero, ad esempio, che alcuni ministri provino a spingere gli sfollati palestinesi a lasciare la Striscia di Gaza per cercare lavoro in Arabia Saudita.

 

Quello che Israele chiama “reinsediamento volontario” è un progetto che favorisce e incoraggia la popolazione palestinese di Gaza a lasciare le proprie case, ciò che ne resta dopo quasi 3 mesi di bombardamenti, abbandonare l’idea della ricostruzione della Striscia e spostarsi all’interno dei confini di uno Stato estero, senza avere la certezza, in futuro, di poter tornare nel proprio Paese.

Va anche ricordato che in Congo è in corso un conflitto strisciante da più di 25 anni che affligge il Paese e si può riassumere come un intreccio di avidità, corruzione, illegalità, malapolitica e di etnicismi. Al centro sempre la contesa per il controllo del ricco territorio, in particolare dell’Est, al confine con Burundi, Ruanda e Uganda.

 

Fatte le debite valutazioni e differenze del contesto storico l’idea del trasferimento dei palestinesi in Africa ricorda il famigerato Piano Madagascar, un progetto concepito dal governo della Germania nazista per trasferire la popolazione ebraica dell’Europa sull’isola. dell’Africa Orientale.

 

A quella e ad altre idee simili di migrazione forzata degli ebrei, fece seguito la pianificazione delle sterminio degli ebrei non solo dell’Europa Occidentale, ma massivamente e scientificamente compiuto dalle SS per lo più in Polonia,Ucraina e Russia. universalmente riconosciuto come “Olocausto”.

 

Soprende che una solida democrazia quale è quella Israeliana possa anche solo ventilare l’ipotesi di “migrazioni volontarie” dei palestinesi della Striscia di Gaza.

aggiornamento crisi mediorientale ore15.58

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