di Fabiana D’Eramo
L’elezione dei componenti del Consiglio di Amministrazione della Rai si avvicina a una potenziale resa dei conti, con Fratelli d’Italia che si prepara a stringere i tempi, mentre il resto della maggioranza e le opposizioni mostrano segnali di indecisione. Il partito di Giorgia Meloni, stanco del blocco delle trattative e della disputa con la Lega, ha dichiarato la propria intenzione di chiudere la questione “entro la pausa estiva”. La posta in gioco è alta: si tratta non solo di nominare i membri del Cda, ma di stabilire un equilibrio politico che potrebbe influenzare profondamente la gestione del servizio pubblico radiotelevisivo.
FdI ha espresso la volontà di accelerare i tempi per le nomine facendo sapere che non solo la Camera e il Senato potrebbero votare già mercoledì sera o giovedì mattina sui quattro membri eletti dai due rami del Parlamento, ma che anche il voto della Commissione di Vigilanza, fondamentale per confermare la scelta del presidente, dovrebbe avvenire prima dell’estate. “I tempi sono strettissimi”, spiega un componente della Vigilanza di FdI”, ma appena si salda l’intesa possiamo farcela”. Il nodo resta la nomina del nuovo Presidente Rai, dopo le dimissioni di Marinella Soldi, approdata alla BBC. Questa accelerazione potrebbe evitare un ulteriore rinvio, ma lascia pochi margini di manovra, sollevando interrogativi sulla possibilità di risolvere le controversie interne e le resistenze delle opposizioni.
La proposta di FdI per la presidenza del servizio pubblico è di indicare Simona Agnes, con Giampaolo Rossi come amministratore delegato, sostituendo Roberto Sergio. Per quanto riguarda la Lega, il partito di Matteo Salvini spinge per avere la nomina del direttore generale, con Marco Cunsolo e Maurizio Fattaccio come candidati principali. La trattativa si complica ulteriormente con la necessità di ottenere una maggioranza qualificata nella Commissione di Vigilanza per confermare le scelte del Cda.
FdI potrebbe avere bisogno del sostegno delle opposizioni per garantire la conferma di Simona Agnes in caso di opposizione da parte della Lega. La maggioranza potrebbe contare su 24 voti, ma sarebbe necessario l’appoggio di almeno due membri di Italia Viva per raggiungere i 28 voti necessari. In alternativa, si potrebbe optare per un nome super partes gradito al Pd per ampliare il consenso.
In tutto questo, il dibattito sulla Rai si intreccia con la legislazione e le pressioni europee. La presidente pentastellata della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia, ha sollevato la questione di una riforma della legge Rai del 2015, approvata durante il governo Renzi. Floridia ha chiesto una revisione della normativa per garantire il rispetto dei principi imposti dall’Unione Europea, con l’appello a rivedere la legge dopo l’estate. Italia Viva ha ribattuto che la legge è stata utilizzata non solo dal governo Renzi, ma anche da Conte, Draghi e Meloni.
Nel frattempo, la premier deve vedersela anche con le accuse contro Tele Meloni e i suoi attacchi alla libertà di stampa. Intanto Meloni ha ricevuto il sostegno di Antonio Tajani, scialuppa di salvataggio europea, che ha criticato le strumentalizzazioni politiche delle accuse.