La guerra di Putin

Nuovo pesante attacco a Papa Francesco accusato di una posizione “filo-russa”

 

di Giuliano Longo

  • Il consigliere del capo di gabinetto del presidente dell’Ucraina, Mikhail Podolyak, ha definito la posizione del Papa “filo-russa” affermando che per questo motivo i rappresentanti vaticani non possono essere mediatori per risolvere la crisi ucraina.
  • Secondo Podolyak, la dichiarazione di Papa Francesco sulla grandezza della Russia e della sua storia e la sua cultura annulla completamente la reputazione del pontefice e della Santa Sede svalutando qualsiasi azione di mantenimento della pace sulla quale il Vaticano sta lavorando da tempo come mediatore poiché  “sarà una funzione che ingannerà l’Ucraina”. Un modo come un altro per affossare un’altra iniziativa di pace forse in vista della “inevitabile vittoria” sulla Russia.La critica, o meglio l’insinuazione, nasce quando Il 29 agosto Francesco in viaggio verso la Mongolia (parlando a braccio come riferisce l’ufficio stampa del Vaticano) aveva rivolto un appello ai giovani russi, attirandosi le ire  del portavoce del Ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenkodche la definiva  “propaganda imperialista”,mentre invece la missione del Pontefice dovrebbe essere quella di “aprire gli occhi  dei giovani cattolici russi sulla natura distruttiva della condotta portata avanti dal loro Governo”. Un consiglio (o meglio una reprimenda) che evidentemente rappresenta   la posizione del presidente Zelensky che proprio il 13 maggio aveva incontrato il Papa in Vaticano presentandosi con la consueta canottiera militare che è ormai il suo brand internazionale. Un incontro allora definito cordiale proprio mentre la Santa Sede stava avviando cautamente iniziative di pace che avevano raccolto, con molte riserve e forse strumentalmente), l’approvazione di Mosca. Per queste ragioni a Francesco, mentre il 29 settembre era in viaggio per la Mongolia, non era sembrato inopportuno rivolgere un appello ai giovani cattolici russi che rappresentano in quel Paese una attiva minoranza.  “La cultura russa – aveva detto parlando a braccio come riferito dalla sala stampa vaticana- è di una bellezza, di una profondità molto grande; e non va cancellata per problemi politici” invitando i giovani russi  comprendere e farsi carico  della loro eredità per favorire”il dialogo tra nonni e nipoti: che i nipoti prendano l’eredità. Questo lo dico dappertutto e questo è il messaggio”.

In merito a questa eredità aggiungeva “ho citato infatti l’idea della grande Russia, perché l’eredità russa è molto buona, è molto bella. Si pensi  al campo delle lettere, al campo della musica, fino ad arrivare a un Dostojewski che oggi ci parla di umanesimo maturo; (una cultura che) si è fatta carico di questo umanesimo sviluppatosi  nell’arte e nella letteratura”.

 

Successivamente ammetteva che le sue parole erano state fraintese da Kiev e precisava  “parlando della grande Russia nel senso forse non tanto geografico, ma culturale, mi è venuto in mente quello che ci hanno insegnato nella scuola: Pietro I, Caterina II e forse questa citazione (dei due tzar)  non è stata del tutto corretta, ma l’eredità culturale  della grande Russia  non va cancellata per problemi politici…la trasmissione della cultura non mai è imperiale”. Anche se è vero “che ci sono degli imperialismi che vogliono imporre la loro ideologia…. Quando la cultura viene distillata e trasformata in ideologia, questo è il veleno. Si usa la cultura, ma distillata in ideologia” con evidente riferimento al passato sovietico e ateo della Russia. Tuttavia la reazione del Governo Ucraino che pretende ormai aiuti e solidarietà da tutto il globo, oltre che a comprensibili motivazioni contingenti, finisce per essere un attacco anche alla Chiesa greco-cattolica ucraina. Così come avvenuto perChiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Mosca)praticamente bandita e della quale alcuni templi e conventi sono stati chiusi. Se la percentuale dei credenti di questo rito non è nota,ma sicuramente rilevante in alcune aree, i cattolici ucraini rappresentano l’11% della popolazione anche se l’Ucraina post sovietica si e notevolmente laicizzata sui modelli occidentali. Un aspetto che pare sfuggito ai nostri autorevoli commentato è che l’attacco diretto a Francesco  avviene mentre a Roma in corso sino al 13 settembre il Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina introdotto da Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEIche ha ribadito l’impegno delle italiani diocesi e delle organizzazioni cattoliche per l’accoglienza dei profughi, soprattutto dei bambini.  Nella sua introduzione Zuppi ha sostanzialmente ribadito le posizioni del Vaticano sul conflitto in corso esortando  tutti, per “una pace giusta e sicura. La vittoria è la pace, e mai l’umiliazione del nemico che porta invece a futura inimicizia e ostilità”. Infine  ha citato le parole del Card. Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Kyev-Halyć, secondo il quale “la vera vittoria finale sarà possibile se tutti noi ci comporteremo da esseri umani nel pieno senso della parola. Tutte le altre vittorie sono solo parziali o immaginarie e non porteranno mai alla vera pace”. In tema di pace e sulle posizioni della Chiesa Cattolica ricordiamo che a Berlino è incorso l’incontro internazionale dal titolo ”L’Audacia della Pace”organizzato da Comunità di Sant’ Egidio, che forse dovrà fare i conti anche con le recenti dichiarazioni ostili di Kiev alle iniziative di pace del Papa.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 15.05

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