La guerra di Putin

Nuovo fronte: Russia e Armenia ai ferri corti, mentre si accentua la pressione dell’Azerbaigiansul Nagorno Karabakh

 

L’ambasciatore armeno a Mosca Vagharshak Harutiunyan è stato convocato al Ministero degli Esteri russo per una severa rimostranza in merito alle azioni ostili di Yerevan verso la Russia.

All’ambasciatore  è stata consegnata una nota di protesta in cui sottolineava “l’inaccettabilità delle dichiarazioni offensive del presidente dell’Assemblea nazionale della Repubblica d’Armenia, Alen Robertovich Simonyan, pronunciate il 6 settembre contro la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Vladimirovna Zakharova e in generale contro l’agenzia di politica estera russa “.

 

L’agenzia diplomatica ha constatato l’emergere “di alcuni dubbi sulla praticabilità dei rapporti di alleanza nel quadro dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) e con la Russia su base bilaterale tra gli ambienti ufficiali e l’élite politica della Repubblica di Armenia”,nonché nella fattibilità dell’insieme degli accordi trilaterali tra Mosca, Yerevan e Baku sulla normalizzazione azerbaigiano-armena.

 

“In questo contesto, negli ultimi giorni, la leadership armena ha compiuto una serie di passi ostili, tra cui l’avvio del processo di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, la visita  di Anna Vachikovna Hakobyan, moglie del primo ministro la Kiev e la consegna di aiuti umanitari al regime di Kiev, nonché esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti sul suolo armeno”, ha sottolineato il ministero degli Esteri russo.

 

Tuttavia  Mosca parte e dalla premessa che Russia e Armenia sono alleate e che i loro accordi sulla promozione e il rafforzamento delle relazioni saranno pienamente attuati a beneficio di entrambi i paesi.

 

Nel frattempo messaggi allarmanti giungono dalla zona del confine armeno-azerbaigiano. Si è saputo che l’esercito Yerevan  da alcuni giorni  fa ha iniziato il trasferimento di forze importanti verso il conteso Nagorno Karbakh rivendicato dall’Armenia fino a ieri sostenuta da Mosca, mentre si consolida il sostegno militare di Turchia e Iran al governo di Baku..

 

La situazione fra Russia e Armenia si è deteriorata dopo che il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, che ha deciso di tenere esercitazioni congiunte armeno-americane, e prima ancora ha accusato la Russia di “non garantire sufficientemente la sicurezza armena”.

 

Il primo ministro  ha anche affermato che  intende cambiare le politiche per le quali l’Armenia fa affidamento esclusivamente sull’aiuto della Russia con la possibilità che il leader scarichi su Mosca la responsabilità della eventuale resa del Karabakh agli Azeri.

 

Il  Ministero della Difesa azero ha riferito che “l’8 settembre, alle 19:05, formazioni armate armene illegali sul territorio dell’Azerbaigian, dove sono temporaneamente di stanza le forze di pace russe, hanno tentato di stabilire fortificazioni permanenti davanti alle posizioni dell’esercito azero in direzione della regione di Shusha. A seguito dei provvedimenti urgenti adottati dai reparti del nostro Esercito, i lavori in corso sono stati immediatamente interrotti”.

 

Non è noto di quali lavori si tratti e quale sia stata la reazione azera.

 

GiElle

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