Cronaca

Omicidio di Kristina Gallo, dopo tre anni arrestato l’ex fidanzato

  

È stato arrestato dai Carabinieri di Bologna l’ex fidanzato di Kristina Gallo (nella foto), trovata morta nel marzo del 2019 in casa. L’uomo, 44enne bolognese, è stato portato in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, spiega l’Arma, dopo che si era già “reso responsabile di atti persecutori nei confronti della vittima”. Il provvedimento, adottato dal gip del Tribunale di Bologna, ha accolto le richieste avanzate dalla Procura dopo le indagini dei Carabinieri. Inizialmente la morte di Kristina era stata classificata come morte naturale: la svolta nelle indagini dei Carabinieri è arrivata quando gli inquirenti sono riusciti ad estrarre dal telefono della donna i file audio di 6.000 telefonate (cancellate) da cui emerge la natura burrascosa del rapporto. Non solo. la ricostruzione in 3D della scena del crimine ha rilevato che la morte della donna è arrivata per asfissia meccanica. E sono emerse anche le bugie dette dall’ex fidanzato agli inquirenti: l‘uomo aveva detto che si erano lasciati una settimana prima dell’omicidio, ma in realtà i tabulati hanno dimostrato che era stato a casa della donna anche nei giorni precedenti alla sua morte. Il cadavere, nudo, della donna, fu rinvenuto dal fratello, in stato di decomposizione, il 26 marzo 2019, all’interno della propria abitazione, dove giaceva da diversi giorni in compagnia del suo rottweiler. Gli elementi raccolti in sede di sopralluogo e le prime valutazioni medico-legali erano compatibili con l’ipotesi di morte per cause naturali, ma nel frattempo i militari cominciarono le indagini sulla personalità e sulle relazioni intrattenute della vittima. La donna era madre di una bambina affidata al padre, aveva lavorato in un centro scommesse e aveva avuto negli ultimi tempi “una relazione sentimentale problematica con l’arrestato, che, negando ogni coinvolgimento, allora disse di aver interrotto la relazione circa una settimana prima della morte”. Il Tribunale, anche su richiesta dei familiari della ragazza, dispose ulteriori indagini medico-legali e tecnico- scientifiche sul luogo del reato. Nel frattempo, però, il cadavere era stato cremato e l’abitazione dove la donna viveva in affitto era stata restituita al proprietario. Furono fatti comunque ulteriori esami sui campioni biologici prelevati nel corso dell’esame autoptico da parte di consulenti nominati dalla Procura ed esami incrociati da parte dei Ris di Parma sui profili genetici estratti dal materiale repertato durante il precedente sopralluogo. Coi nuovi elementi raccolti è stata fatta anche la ricostruzione in 3D della scena del crimine che, spiegano ancora i Carabinieri, evidenziò “il coinvolgimento dell’indagato nella morte della donna, avvenuto per asfissia meccanica”. L’analisi dei tabulati telefonici, inoltre, “ha confermato la presenza dell’indagato a casa della donna anche nella settimana precedente la morte smentendo quanto inizialmente dichiarato”. Nella camera da letto dove giaceva il cadavere, poi, erano state trovate le chiavi dell’auto dell’indagato. E ancora, anche se il 44enne aveva disinstallato l’applicazione dal cellulare, sono stati acquisiti circa 6.000 file audio con le registrazioni delle sue telefonate, dalle quali emerge “con ragionevole certezza” la personalità dell’indagato e della vittima e la natura “burrascosa” della loro relazione, precisa ancora l’Arma. In particolare trovavano riscontro le numerose testimonianze rese da amiche, colleghi e vicini di casa della vittima circa le ripetute e costanti violenze fisiche e psicologiche subite dalla ragazza per la smisurata gelosia dell’indagato”. Il quadro indiziario, dunque, “ha evidenziato numerosi e gravi elementi di colpevolezza a carico dell’indagato di cui è emersa altresì ‘l’estrema pericolosità’ e pertanto è stato adottato il provvedimento della custodia cautelare in carcere”, concludono i Carabinieri.

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