Politica

Orlando (Lavoro): “Riforma degli ammortizzatori sociali ad inizio luglio”

(Red) Il ministro del Lavoro Orlando accelera e lancia la volata finale sulla riforma degòi ammortizzatori sociali: “Sarà pronta a fine mese o all’inizio di luglio, poi bisognerà avviare una discussione con il Mef, per reperire le risorse necessarie ad attivare i vari strumenti. L’idea è quella di un sistema di tutela universale, di costruire un meccanismo di cassa integrazione che tenga conto delle dimensioni dell’impresa e della specificità dei settori. La riforma deve costruire, sottolinea il ministro “uno strumento non solo di integrazione al salario, ma anche di carattere formativo. Nei settori in cui si va allo sblocco dei licenziamenti a luglio – riflette – la cassa integrazione c’è, il problema sono le aziende più piccole e che saranno interessate dallo sblocco a ottobre. Poi sulle ipotesi di Confindustria sulle assunzioni che sembrano al ministro ottimistiche: “Credo che in alcuni settori ci sia voglia di assumere, ma anche che ci siano aree di sofferenza. Stesso discorso per la disoccupazione, da collegare alle politiche attive del lavoro: non si deve aspettare la fine della Naspi per mettere in moto meccanismi di ricollocazione. Insomma, strumenti diversi per dare un ammortizzatore a tutti, questa è l’ambizione”. Poi Orlando parla anche del blocco dei licenziamenti un tema “che riguarda la vita di centinaia di migliaia di persone non si deve prestare il fianco a tatticisimi politici. Abbiamo registrato che il leader della Lega ha cambiato idea molte volte ma le posizioni che ogni forza politica sosterrà per davvero si vedranno nel passaggio parlamentare”. Il ministro parla al quotidiano La Stampa anche del tentativo di Salvini di spostare il governo a destra ribadisce: “Non bisogna farsi distrarre dalla politica politicante, affronteremo mesi in cui si parlerà una volta di sbilanciamento a destra e una volta a sinistra. Guardiamo a quello che va fatto, il programma del governo Draghi è legato al Recovery e si basa su misure che ben si adattano agli obiettivi di un partito progressista”, aggiunge il ministro Dem. Per Orlando i Cinquestelle restano un alleato giusto per il Pd e “la rottura che si sta consumando al loro interno, sull’idea stessa di partito, è un risultato che il Pd deve ascriversi, frutto della cooperazione di questi mesi. Sarebbe un errore rinunciare alla prospettiva che si è riusciti a costruire con loro. Ma credo sia anche il momento di ricomporre le fratture nel campo della sinistra: non vedo ragioni significative che ci dividono da quelli che negli anni hanno lasciato il Pd…. Un ragionamento – ribadisce – in cui inserire anche quelli che stanno più verso il centro, non dico Renzi, che mi sembra orientato in una direzione diversa, ma Calenda ad esempio, introduce elementi di critica interessanti al modello di sviluppo”.

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