Esteri

Partita a poker per ristabilire accordi di pace sul nucleare tra Usa ed Iran

Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno avvertito l’Iran che sarebbe “pericoloso” concretizzare la minaccia di porre limiti alle ispezioni dell’Aiea (agenzia Onu per l’energia atomica) ai siti nucleari se Washington non ritirerà entro il 21 febbraio le sanzioni contro l’Iran.

Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, ha oggi accolto a Parigi i suoi omologhi di Berlino e Londra, Heiko Maas e Dominic Raab, con i quali ha discusso, insieme al segretario di Stato Usa, Antony Blinken, intervenuto in videoconferenza, come rilanciare l’accordo sul nucleare iraniano abbandonato nel 2018 dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In seguito all’uscita degli Usa dall’intesa, l’Iran aveva reagito arricchendo l’uranio ben oltre i limiti stabiliti per evitare che la Repubblica Islamica entri in possesso dell’arma atomica.

La nota congiunta diffusa dai quattro ministri al termine del colloquio esorta Teheran a “considerare le conseguenze di un’azione cosi’ grave, soprattutto in questo momento di rinnovata opportunità diplomatica”.

Ma la novità è che Joe Biden, si è detto disponibile a ritornare nell’accordo se l’Iran tornera’ al pieno rispetto dei suoi impegni.

A detta di alcuni organi di stampa il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, non sembrerebbero intenzionato a cedere. “Invece dei sofismi e di scaricare il peso sull’Iran, l’E3 (Francia, Germania e Gran Bretagna) e gli Stati Uniti devono rispettare i loro impegni e porre fine all’eredita’ di Trump di terrorismo economico contro l’Iran”, ha scritto Zarif su Twitter.

Le aspettative sono alte  in vista della Conferenza internazionale sulla sicurezza di Monaco, che per la prima volta si svolge in forma virtuale a causa della pandemia: perchè, a quanto trapela da fonti vicine alla nuova amministrazione statunitense, che domani Joe Biden potrebbe annunciare l’intenzione di Washington di rientrare nell’accordo sul nucleare iraniano, quindi  il nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe ufficializzare il dietrofront rispetto all’uscita unilaterale dall’intesa proclamata dal suo predecessore, Donald Trump, l’8 maggio 2018. 

A quanto afferma Jeff Rathke, ex funzionario del Dipartimento di Stato ed esperto di relazioni tedesco-americane, il governo guidato da Angela Merkel è “impaziente di collaborare con l’amministrazione Biden” per preservare l’intesa con l’Iran. 

Un primo passo la ha fatto la cancelliera che ha telefonato al presidente iraniano Hassan Rohani, comunicandogli di essere “preoccupata” per il fatto che l’Iran “non sta rispettando i suoi obblighi” sul dossier nucleare. 

Il regime degli ayatollah continua a mostrare diffidenza prospettando una decisa limitazione alle ispezioni dell’agenzia nucleare dell’Onu (Aiea), se prima gli Usa non revocheranno le sanzioni iniziate nel 2018 entro il 21 febbraio. 

Per uscire dall’impasse, il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, arriverà sabato a Teheran per cercare di trovare una soluzione sulla questione delle ispezioni. 

Grossi ha avvertito che il passo minacciato da Teheran avrebbe “un grave impatto sulle attività di verifica e monitoraggio dell’Aiea“. 

Non è una partita semplice “Ma c’è ancora una finestra di opportunità”, ha spiegato all’Afp Ellie Geranmayeh, un’esperta di questioni iraniane allo European Council on Foreign Relations.

Circolano intanto alcune idee sui passi che Washington potrebbe intraprendere; fra queste l’offerta di vaccini anti-Covid – di cui l’Iran ha disperato bisogno – nonche’ l’abbandono dell’opposizione di matrice trumpiana ai prestiti da parte del Fondo monetario internazionale, anch’essi fondamentali per combattere la pandemia.

Stando a quanto riferisce la Bbc, in una riunione del suo governo, il presidente iraniano ha affermato che “se gli americani faranno un passo, ne faremo uno anche noi. Se vogliono fare tutti i passi in una volta sola, bene. Se lo vogliono fare gradualmente, ottimo. E se non vogliono fare niente, va bene lo stesso”. 

AGC GreenCom 

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