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Partito il “piano finale” israeliano: “Attaccheremo Rafah, evacuare la popolazione”

di Giuliano Longo

“È impossibile raggiungere l’obiettivo di eliminare Hamas lasciando quattro battaglioni di Hamas a Rafah. Al contrario, è chiaro che l’intensa attività a Rafah richiede che i civili evacuino le zone di combattimento”ha dichiaratoBenjamin Netanyahu.

 

Nonostante il  “no” degli Stati Uniticonvinti che“Israele stia esagerando”come ha dichiarato il segretario di Stato Blinken dopo la sua ultima, infruttuosa visita a Tel Aviv. Il quale ha ammonito che che “ogni operazione a Rafah, con oltre un milione di palestinesi che vi si rifugiano, sarebbe un disastro e non la sosterremmo senza un’appropriata pianificazione”. 

La pianificazione, per bocca dello stesso Netanyahu, di un “piano combinato per l’evacuazione della popolazione e la distruzione di Hamas”.

Alle “ammonizioni”degli Stati Uniti a Israele, hanno fatto seguito le dichiarazioni dell’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, che su X (Twitter) ha scritto che l’attacco israeliano a Rafah avrebbe “conseguenze catastrofiche, peggiorando la già terribile situazione umanitaria e l’insopportabile bilancio civile”

Anche l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha condannato le dichiarazioni di Netanyahu denunciando che l’intenzione di attaccare Rafah e di evacuare i suoi cittadini palestinesi costituisce “un serio preludio all’attuazione della politica israeliana volta a cacciare il popolo palestinese dalla propria terra”e riterrà il governo israeliano e gli Stati Uniti responsabili delle ripercussioni che “spingeranno l’intera regione in infinite guerre”. 

A Rafah ci sono circa 1,2 milionidi palestinesi su una popolazione totale che a Gaza, prima della guerra, era di circa 2,3 milioni. Secondo Save the Children la maggior parte dei 610.000 bambini sfollati sono ora intrappolati a Rafah, in un’area inferiore a un quinto della superficie totale della Striscia.

Molti di queste famiglie palestinesi sonostate già sfollate più volte dall’esercito israeliano, dal nord di Gaza verso il centro e poi dal centro verso il sud. Nel frattempo le autorità israeliane hanno lanciato volantini per avvisare la popolazione  a sloggiare  nell’imminenza di attacchi aerei e incursioni dei mezzi di terra, indicando le zone designate come sicure con complicate mappe numerate .

Intanto al nord e al centro della Striscia ibulldozer, carri armati e esplosivi israeliani stanno distruggendo campi coltivati, stadi sportivi, moschee, scuole con l’obiettivo di rendere impossibile il ritorno dei cittadini di Gaza, ormai scacciati dalle proprie case.

 A Rafah vi è ormai sfollata la metà dell’intera popolazione della Striscia. Non c’è spazio e non ci sono risorse per tutti.Si dorme in rifugi in giacigli di fortuna nelle scuole, negli ospedali, nelle macchine o per strada. Manca l’acqua e procurarsela, con i cecchini israeliani appostati, è estremamente difficile e pericoloso. I feriti non possono raggiungere gli ospedali e quelli che lo fanno non trovano spazio,personale e medicine, mentre i pazienti sono stesi a terra, tra i rifiuti medici che non possono venire smaltiti.

La notizia dell’imminente attacco israeliano ha diffuso il panico fra  la popolazione già  provata,che non ha altra via di fuga, schiacciata al confine con l’Egitto che non ha intenzione, ne i mezzi, per  assistere una popolazione che non vorrebbe lasciare la propria terra.

Il  “piano finale” di cui lo stesso governo israeliano parlava  già a inizio guerra,  va ben oltre l’eliminazione dei 5 battaglioni di Hamas che secondo gli israeliani sono ancora attivi proprio nell’area di Rafah, ma ha l’obiettivo evidente di annichilire la  popolazione palestinese, per giocare tutte le sue carte direstaurazione e colonizzazione  su quei territori,   a fine conflitto.

Non è un caso che si intensificano le manifestazioni dei coloni ortodossi, spesso armati,  che chiedono a gran voce di rioccupare“terra dei padri”con una sorta di “pulizia etnica di fatto”senza la garanzia che vengano definitivamente eliminati i terroristi di Hamas, mentre i morti e i feriti sono ormai anche cronaca quotidiana nei territori controllati dalla “Autorità Palestinese”a nord e al centro del Paese.

aggiornamento crisi mediorientale ore 11.23

Nella foto aerea un’immagine di Rafah

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