Politica

Patto di Stabilità l’accordo non c’è. Meloni: “Posizioni distanti”

 

Giorgia Meloni riparte da Bruxelles “soddisfatta” per i risultati del Consiglio europeo, anche se ‘monco’ per il veto ungherese sul bilancio e il mancato accordo sul Medio Oriente. Un summit, rivendica ancora una volta la premier, in cui l’Italia ha avuto “un ruolo da protagonista” per la sua capacità di “parlare con tutti”, anche con Viktor Orban – protagonista ‘negativo’ della riunione – che non è riuscita a convincere appieno.  “Sul Patto dobbiamo trovare un equilibrio, dobbiamo tenere aperte tutte le strade finché non sappiamo qual è il punto di caduta. Il veto? Non la metterei così, ma io non posso dare l’ok a un Patto che io, ma nessun governo, posso rispettare”, ha detto Meloni. “Ho avuto un bilaterale con Macron, poi Scholz che era seduto al tavolo accanto si è fermato. Con il presidente francese abbiamo affrontato dal tema del Patto di stabilità a tutti gli altri dossier su cui pensiamo si possa costruire una convergenza” e sul Patto “ci sono” diversi punti di “convergenza comune”, ha aggiunto Meloni. Il “link” tra Mes e Patto di stabilità lo “vedo solo nel dibattito italiano. Sicuramente per noi fa la differenza sapere quale sia il Patto di cui disponiamo, ma non c’è una dimensione di ricatto, nel dire ‘se non mi dai questo non faccio questo’. Non l’ho vista, nessuno ha mai posto la questione così”, ha poi sottolineato la Presidente del Consiglio. Nella proposta di compromesso sulla revisione di medio termine dell’Mff 2021-27 concordata dai 26 nel Consiglio europeo la notte scorsa e bloccata dal veto dell’Ungheria si prevede l’assegnazione di 9,6 miliardi di euro al capitolo ‘migrazioni e dimensione esterna’ e di 1,5 miliardi per Step (Strategic Technologies for Europe Platform), il programma che è quanto resta del progetto della Commissione europea di creare un fondo sovrano Ue, prima annunciato e poi abbandonato. Il testo incontra il favore di Roma, perché, spiega la stessa Meloni, contiene “tutte le priorità che l’Italia aveva posto” dalla flessibilità sui fondi esistenti ai migranti. “C’è stato un punto, in questa trattativa, in cui sulle migrazioni non era previsto niente e adesso siamo arrivati quasi a 10 miliardi da spendere in particolare sulla dimensione esterna. Un grande risultato”, esulta la premier italiana, “se riusciremo a confermarlo al prossimo Consiglio europeo”. Il Consiglio Europeo ha poi pubblicato le conclusioni sull’Ucraina e sull’allargamento. Per quanto riguarda Kiev e Chisinau, la formulazione adottata è la seguente: “Il Consiglio Europeo decide di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Repubblica di Moldova. Il Consiglio Europeo invita il Consiglio ad adottare i rispettivi quadri negoziali una volta adottate le misure pertinenti indicate nelle rispettive raccomandazioni della Commissione dell’8 novembre 2023”. “Voglio lanciare un messaggio positivo e rassicurante: abbiamo strumenti per garantire la nostra affidabilità, gli ucraini possono contare sul nostro sostegno, in questo pacchetto, su cui c’è ampio accordo politico a 26, ci sono 50 miliardi per l’Ucraina”, ha detto Charles Michel.

Related posts

David Sassoli “L’uomo del dialogo” 

Redazione Ore 12

Fisco, Meloni: “Redditometro strumento di pressione fiscale”

Redazione Ore 12

Vertice sul clima, tra due mesi il pacchetto clima-energia sarà varato

Redazione Ore 12