Politica

Pd, Cacciari all’attacco: “Si potrebbe tornare allo schema Margherita-Ds”

 

La scissione “è ‘procedura’ normale per la cosiddetta sinistra. Chissà, a questo punto, forse tornare a uno schema Margherita-Ds non sarebbe neppure il male peggiore. Almeno si riconoscerebbe onestamente il proprio fallimento e da questa onesta constatazione si potrebbe più seriamente ripartire”. Lo dice in un’intervista a Qn l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari. “Tutti i partiti dei Paesi occidentali si sono andati trasformando in comitati elettorali, o hanno assunto la fisionomia di “movimenti” con caratteri più o meno accentuatamente demagogico-populistici – spiega -. Il Pd ha seguito appunto questo destino” che comporta, fra i vari aspetti, “anche l’irresistibile pulsione verso la ricerca del Capo salvifico” e “lo sgretolamento di ogni effettiva leadership collettiva”. Ciò “ha conseguenze ovviamente nefaste sulla qualità e la competenza dei gruppi dirigenti”. Come prossimo segretario “uno vale l’altro se il metodo rimane quello”. Il futuro del Pd “dipenderà da come le questioni suddette saranno affrontate – ribadisce -.  Ma per avere un futuro proprio in quanto attuale Pd forse siamo ormai fuori tempo massimo”. Inoltre il filosofo in un lungo intervento su La Stampa si sofferma sulle criticità del sistema carcerario in Italia: “uno degli indici più sicuri per misurare la civiltà di un Paese è rappresentato dal suo ordinamento carcerario e dall’equilibrio tra il reato commesso e la pena inflitta” sottolinea.  Se  questa dimensione “viene amministrata senza tener conto delle sofferenze che produce, senza che si cerchi di renderla la meno dura possibile, e magari anche in forme discriminatorie, l’amministrazione della giustizia finisce col contraddire fondamentali diritti umani”, come “è stato più volte denunciato a livello internazionale per il nostro regime carcerario, e trasformarsi così in crudele giustizialismo”

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