Economia e Lavoro

Pensioni, ecco gli aumenti in arrivo sotto l’albero di Natale

di Flavia Zandonati

A quanto pare le pensioni di dicembre 2023 saranno più elevate rispetto al solito, in effetti in questo periodo dell’anno occorre tener conto della tredicesima, come di consueto, ma nel caso specifico non è per questo che si sta parlando tanto di aumenti. Gli incrementi infatti sono collegati al conguaglio della rivalutazione Inps, in connessione con l’inflazione. A ciò si aggiunge un potenziale bonus, destinato soltanto a determinate fasce. Andiamo ad analizzare tutto nel dettaglio, fornendo tutte le informazioni del caso.

A dicembre 2023 un notevole numero di pensionati in Italia dovrebbe ritrovarsi con un assegno molto più ricco del previsto. Dopo tante proteste nei confronti dei tagli operati dal governo di Giorgia Meloni, a fine anno ampia attenzione viene rivolta su un tema sul quale tutti paiono d’accordo. Oltre alla già prevista tredicesima, come di consueto, ci sarà spazio per il conguaglio anticipato per la rivalutazione Inps basata sull’inflazione dello scorso anno.

Ogni anno le pensioni vanno aggiornate, tenendo conto dell’aumento dei prezzi e, dunque, del costo della vita. Il calcolo sul tasso di inflazione può non risultare corretto. In questo caso, nel 2022 l’inflazione è stata dello 0,8% più alta rispetto a quanto calcolato inizialmente. Ciò vuol dire che ogni pensionato avrebbe dovuto ricevere lo 0,8% di pensione in più al mese. Rispettando questa logica, tali soggetti risultano essere in arretrato sugli accrediti mancanti di ben tredici mensilità, il che si traduce in un 10% circa in più sul cedolino. Ciò che il governo ha fatto è anticipare il recupero di tale somma, che generalmente verrebbe erogata l’anno seguente, ovvero nel caso specifico nel 2024.

Non tutti però hanno diritto allo stesso livello di rivalutazione. Alcuni, quelli con gli assegni più alti, riceveranno soltanto una parte e non il 100%. Per capire al meglio tutto ciò, ecco le fasce previste:

  • conguaglio completo, pari al 10,4% della pensione, per chi percepisce fino a 4 volte la minima (2.101,52 euro);
  • conguaglio ridotto all’85% del totale, ovvero l’8,8% della propria pensione, per chi percepisce tra quattro e cinque volte la pensione minima, fino a 2.626,90 euro;
  • conguaglio ridotto al 53%, dunque pari al 5,5% della propria pensione, per chi percepisce tra cinque e sei volte la minima, fino a 3.152,28 euro;
  • conguaglio ridotto al 47%, quindi pari al 4,9% della propria pensione, per chi percepisce tra sei e otto volte la minima, fino a 4.203,04 euro;
  • conguaglio ridotto al 37%, quindi pari al 3,8% della propria pensione, per chi percepisce tra otto e dieci volte la minima, fino a 5.253,80 euro;
  • conguaglio ridotto al 32%, quindi pari al 3,3% della propria pensione, per chi percepisce oltre dieci volte la minima.

 

Come sopra anticipato a questo conguaglio si aggiunge l’ipotesi di un potenziale bonus, pari a 154.94 euro. Tale sussidio viene riconosciuto a favore dei titolari di uno o più trattamenti pensionistici, a carico dell’assicurazione generale o delle sue forme sostitutive, esclusive ed esonerative. A ciò si aggiungono le forme pensionistiche obbligatorie, ovvero quelle gestite dagli enti privatizzati. Un extra rivolto a chi ha una pensione decisamente bassa, volendo sintetizzare. Nello specifico il requisito economico che si deve possedere per ottenere il bonus è che l’importo lordo annuo del proprio assegno pensionistico non superi quello del trattamento minimo annuo che, nel 2023, è pari a 7.328,62 euro.

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