Economia e Lavoro

Pensioni, si cambia di nuovo. Arriva quota 104 e cambiano Ape Sociale e Opzione Donna e a dicembre c’è anche la rivalutazione

Con la Manovra 2024 arriva un giro di vite per i meccanismi di pensionamento anticipato. Le notizie dell’ultima ora in tema di pensioni, infatti, parlano di modifiche per l’Ape sociale (con ritocco al rialzo del requisito contributivo per gli uomini). La novità più importante, tuttavia, è quella che riguarda la nuova formula di quota 104. Previste anche misure per il meccanismo di indicizzazione degli assegni. Ma andiamo a vedere.  Comunque saranno poche migliaia i lavoratori che nel 2024 riusciranno ad andare in pensione anticipata. Con Quota 104 l’aumento di un anno dell’età anagrafica fa sì che le uscite nel 2024 siano limitate a coloro che quest’anno avevano già i 62 anni previsti per quota 103 ma non ancora i 41 anni di contributi.

Potranno andare in pensione le persone che compiranno 63 anni, nate quindi fino al 1961, e che hanno cominciato a lavorare dal 1983 e quindi l’anno prossimo raggiungeranno i 41 anni di contributi. Per Quota 103 sono state accolte nei primi cinque mesi poco più di 5mila domande e ci si attende che a fine anno siano circa 12/15mila a fronte di una platea complessiva di persone con i requisiti di 41mila. Con la nuova stretta il numero delle domande accolte con questo canale di uscita potrebbero essere inferiori alle 7/8mila a fronte di una platea di circa 20mila per un tasso di adesione di circa il 30%, simile rispetto alle altre Quote.

Una stretta rilevante alle uscite anticipate arriverà con l’eliminazione dell’Ape sociale e la confluenza di questo ammortizzatore e di Opzione donna nel Fondo per la flessibilità in uscita. Per gran parte della platea dell’Ape sociale aumenteranno gli anni di contributi necessari ad ottenere il sussidio passando per disoccupati, caregiver e lavoratori con invalidità di almeno il 74% da 30 a 36 anni. Resteranno a 36 anni per i lavoratori impegnati in attività gravose. L’età minima per accedere a questo tipo di anticipo rimarrà a 36 anni ma non è ancora chiaro se le nuove norme prevedranno un vero e proprio accesso alla pensione o solo una sorta di scivolo verso la pensione come l’attuale Ape (con un importo limitato e solo per 12 mesi l’anno invece dei 13 della pensione).

Per le donne è stata annunciata l’eliminazione di Opzione donna e l’entrata nel Fondo per la flessibilità probabilmente sempre con il passaggio del calcolo della pensione con il metodo contributivo. In questo caso comunque si registra un aumento dell’età anagrafica di almeno tre anni (non è chiaro se rimarrà lo sconto per chi ha figli).

 

 

 

Pensioni, a dicembre arriva il conguaglio della rivalutazione

 

Va detto poi, a proposito di pensioni,  che a dicembre 2023 arriverà il conguaglio della rivalutazione sull’inflazione 2022, insieme agli arretrati. Il Governo ne ha anticipato di un mese il recupero rispetto al consueto appuntamento di gennaio.

In base alle prime dichiarazioni sembrava che il pagamento fosse previsto addirittura per novembre, mentre poi il Decreto Fiscale collegato alla Manovra (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 ottobre con la disposizione di legge) ne ha stabilito l’accredito ai pensionati con il cedolino di dicembre.  L’indicizzazione delle pensioni è un meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici basato su indicatori di riferimento stabiliti dall’Istat. Questo sistema di perequazione è stato ideato per compensare l’aumento del costo della vita e la conseguente perdita di potere d’acquisto dei pensionati. Nel corso degli anni, l’indicizzazione delle pensioni ha subito diverse modifiche, inclusa quella prevista per il biennio 2023/2024. In generale, le pensioni più basse sono completamente indicizzate al 100%, mentre quelle di importo superiore subiscono una rivalutazione parziale. Il meccanismo di indicizzazione delle pensioni prevede comunque che per tutto l’anno si applichi alle pensioni il tasso di rivalutazione provvisorio stimato nel mese di novembre (che era appunto pari al 7,3% a novembre 2022) e che poi sia incamerata la differenza con il tasso definitivo (che in questo caso è risultato essere l’8,1%, con una differenza quindi dello 0,8%). Questo conguaglio dell’indicizzazione delle pensioni si applica ogni ogni anno, in genere con il cedolino di gennaio. Quest’anno è stato anticipato a dicembre. Lo scorso anno addirittura a novembre.

Con la pensione di dicembre 2023 viene pagata dunque la quota di mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali, dovuto alla differenza fra l’inflazione programma (il 7,3% sul quale erano stati calcolati) e quella reale registrata nel 2022 (pari all’8,1%): uno “scarto dello 0,8%, che rappresenta dunque la misura del conguaglio da applicare.

Per tradurre in euro il corrispondente aumento, a questa percentuale bisogna poi applicare le aliquote di perequazione previste per i diversi scaglioni pensionistici.

Solo le pensioni fino a quattro volte il minimo vedranno un aumento della pensione pari allo 0,8% (ossia il 100% di perequazione), dopo il +7,3% già applicato quest’anno in base all’inflazione programmata.Negli altri casi, con l’aumentare della pensione diminuisce la percentuale di rivalutazione. I trattamenti per i quali la percentuale di indicizzazione è più bassa, infatti, si rivalutano di una percentuale inferiore. Per calcolare l’effetto del conguaglio bisogna prendere come riferimentol’importo della pensione nel 2022 e applicare le percentuali sotto riportate.

  • Pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.101 euro al mese): rivalutazione piena dello0,8%;
  • pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.102 e 2.627 euro): si rivalutano all’85% recuperando lo0,68%;
  • pensioni fra 5 e 6 volte il minimo (tra 2.627 e 3.152 euro): si rivalutano del 53%, recuperando lo0,42%;
  • pensioni fra 6 e 8 volte il minimo (tra 3.152 e 4.203 euro): si rivalutano del 47% recuperando lo0,37%;
  • pensioni fra 8 e 10 volte il minimo (tra 4.203 e 5.254 euro): si rivalutano del 37% recuperando lo0,29%.
  • pensioni oltre 10 volte il minimo (oltre 5.254 euro): si rivalutano del 32% recuperando lo0,25%.

Esempi di aumento pensione a dicembre

Ognuno può effettuare il calcolo prendendo come riferimento l’importo della pensione di dicembre 2022 e applicando le percentuali di rivalutazione sopra riportate. Per esempio:

  • unapensione minima (che nel 2022 era pari a 525,38 euro al mese) si rivaluta di circa 4 euro al mese. Sull’intero anno sono circa 54-55 euro, che arriveranno interamente con il cedolino di dicembre;
  • unapensione da mille euro al mese, che nel 2023 è salita a 1073 euro, viene adeguata a 1081 euro ed incassa un arretrato lordo di 104 euro (netti diventano 73 euro);
  • unapensione da 1500 euro nel 2022 (prima fascia) avrà un conguaglio totale intorno a 156 euro (circa 12 euro al mese);
  • unapensione da 2mila euro matura un arretrato netto di 135 euro.

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