Economia e Lavoro

Pil, correzione al rialzo dell’Istat: “Nel II Trimestre (+1,1%) e sull’anno (+4,7%)”

 

Nel secondo trimestre del 2022 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% nei confronti del secondo trimestre del 2021. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che “si tratta di stime lievemente al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 luglio” che “mostrava un aumento congiunturale dell’1% e tendenziale del 4,6%”. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +3,5%. Ma andiamo a vedere per intero il Report dell’Istat: “Nel secondo trimestre, il Pil è diminuito in termini congiunturali dello 0,1% negli Stati Uniti, è aumentato dello 0,5% in Francia, mentre è rimasto stazionario in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una crescita dell’1,7% negli Stati Uniti, del 4,2% in Francia e dell’1,5 in Germania. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nel confronto con il secondo trimestre del 2021. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in ripresa, con un aumento dell’1,7% sia dei consumi finali nazionali, sia degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del +3,3% e del +2,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contributo positivo di 1,6 punti percentuali alla crescita del Pil: +1,5 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, +0,4 gli investimenti fissi lordi, mentre la spesa delle Amministrazioni Pubbliche ha dato un contributo negativo pari a -0,2 punti percentuali. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per -0,3 punti percentuali, così come la domanda estera netta, il cui contributo è risultato pari a -0,2 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi pari rispettivamente all’1,4% e all’1%, mentre l’agricoltura registra una diminuzione dell’1,1%.

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