Politica

Possibili nuove misure del Governo per contrastare la pandemia. Torna la mascherina all’aperto e le Ffp2 sui mezzi pubblici

 

Sarà probabilmente giovedì il giorno in cui il governo, dopo aver riunito la cabina di regia con i vertici del Cts, deciderà quali misure anti Covid adottare in vista delle feste. Sembra scontato il ritorno della mascherina obbligatoria anche all’aperto in tutto il Paese e trova diversi sostenitori l’ipotesi dell’uso dell’Ffp2 sui mezzi pubblici, così come la riduzione della durata del Super Green pass. Dubbi da più parti invece per l’obbligo di test per vaccinati e guariti per prendere parte ai grandi eventi. Il presidente del Consiglio Mario Draghi conferma che il governo varerà un nuovo pacchetto di misure all’antivigilia di Natale per frenare l’avanzata della variante Omicron. In Cabina di regia passeremo in rassegna eventuali provvedimenti in vista delle vacanze di Natale. Non c’è ancora nulla di deciso”. Il governo aspetterà fino “a mercoledì o giovedì i dati di sequenziamento” sulla variante Omicron per vedere come avanza la nuova mutazione e, di conseguenza, valutare una nuova stretta. “Non prevediamo di cambiare, il green pass è già una misura robusta” ha invece fatto sapere il ministro Enrico Giovannini. I numeri della quarta ondata, però, non accennano a rallentare, con il tasso di positività che è salito al 4,8%, e in un solo mese sono più che raddoppiati: i 16.213 casi individuati nelle ultime 24 ore erano 6.404 il 22 novembre e le 137 vittime erano 70. Si interverrà, dunque. L’unica certezza, sottolinea però Draghi anche per mettere un freno ai desiderata e ai niet di ministri, partiti, regioni e sindaci, è che il governo attenderà l’esito della flash survey avviata dall’Istituto superiore di sanità per capire la reale diffusione della nuova variante e l’impatto sui casi giornalieri. I primi risultati saranno sul tavolo di palazzo Chigi , come detto, tra mercoledì e giovedì e solo allora e sulla base di quei numeri si tireranno le somme. Qualche indicazione, però, Draghi l’ha già avuta: i casi di Omicron sono sottostimati causa un tracciamento e sequenziamento che da tempo è uno dei talloni d’Achille della lotta al Covid; il picco dei casi non sarà a Natale, come era stato previsto dagli esperti, ma potrebbe arrivare a gennaio inoltrato. Con un quadro di questo tipo, gli interventi su cui si sta ragionando sono sostanzialmente tre: la riduzione del green pass a 6/7 mesi, sulla quale gli esperti concordano e sulla quale non sembrano esserci frizioni politiche nonostante la durata sia stata già ridotta meno di un mese fa; l’obbligo di mascherina all’aperto, una misura simbolica visto che molte Regioni e Comuni l’hanno già applicata con proprie ordinanze e visto che è già previsto in caso di assembramenti; il tampone obbligatorio per accedere a stadi, concerti e discoteche anche per i vaccinati, misura ritenuta fondamentale dagli esperti in vista delle feste di Capodanno. Sulla misura l’accordo ancora non c’è e anche Regioni e Comuni sono sostanzialmente contrarie, con il presidente della Liguria Giovanni Toti che parla di sforzo inutile« e il sindaco di Milano Giuseppe Sala che confessa di »far fatica« a capire una misura simile »visto che si sta spingendo su vaccini e green pass«. »Fino ad una settimana fa il tampone non serviva, adesso qualcuno chiede il tampone per i vaccinati. La comunità scientifica dovrebbe mettersi d’accorso se il tampone serve o non serve« aggiunge il l leader della Lega Matteo Salvini per una volta d’accordo con il suo ex alleato ed ex premier Giuseppe Conte: »la strada non è costringere a fare il tampone per i luoghi pubblici ma la terza vaccinazione«. Anche il Pd, con l’ex ministro Francesco Boccia, sottolinea che piuttosto che fare il tampone per andare al cinema o al teatro allora è meglio mettere l’obbligo di vaccinazione per tutti, come chiesto anche dall’assessore della Sanità del Lazio Alessio D’Amato. Fonti di governo dicono però che l’ipotesi non sarà sul tavolo mentre non è escluso che si possa ragionare invece di obbligo per altre categorie, soprattutto quelle a contatto con il pubblico, come ha più volte detto il ministro Renato Brunetta.

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