Politica

Redditometro, alla fine Meloni impone lo stop ma è polemica

Mai il “grande fratello fiscale”. Mai le “persone comuni vessate” dal fisco. A poco più di 24 ore dal caos che si è scatenato sul nuovo redditometro Giorgia Meloni, poi dopo un confronto serrato a Palazzo Chigi con il suo viceministro Maurizio Leo, appare in video sui social e annuncia che il decreto ministeriale sarà “sospeso”, in attesa di “ulteriori approfondimenti”. E nel frattempo ribadisce che la linea del governo è quella di andare a stanare “i grandi evasori”, quei “nullatenenti che girano col Suv e vanno in vacanza con lo yacht” e non certo di mettere il naso nelle spese dei “cittadini onesti”. La premier si era già affrettata in mattinata, sempre via social, ad assicurare che si sarebbe occupata della vicenda e che avrebbe chiesto lei stessa “delle modifiche se necessario”. Va detto poi di Forza Italia, che già era salita sulle barricate contro il provvedimento Leo. “Il redditometro è uno strumento obsoleto, che genera solo contenziosi, non risolve i problemi della lotta all’evasione fiscale, è in contrasto con la filosofia della riforma fiscale, quella di un fisco amico e non oppressore. Quindi in Consiglio dei ministri chiederà di revocare questo provvedimento. Presenterò una proposta per abolirlo”. Queste le parole del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti. “Ho apprezzato – ha aggiunto – le parole del presidente del Consiglio e venerdì ribadirò la posizione di Forza Italia, da sempre contraria al redditometro. Noi vogliamo un fisco amico non un fisco nemico e il redditometro è il simbolo del fisco nemico del cittadino, del fisco che opprime, che invade la vita, il grande fratello. Noi vogliamo fare l’esatto contrario: che il cittadino si possa confrontare, trovare un accordo e che si possano pagare le tasse senza evasione ma non con uno strumento superato e inutile”.  La Lega peraltro ha chiesto un impegno esplicito del governo a “chiarire la portata del decreto ministeriale, confermando il superamento dell’istituto del redditometro”, con un ordine del giorno al decreto Superbonus che è stato sottoscritto da tutti i deputati di Italia Viva.

Sul cambio di rotta imposto dalla Meloni, durissimo il Pd che parla di una “figuraccia”, il responsabile economico Antonio Misiani, ha chiesto le “dimissioni” non solo di Leo ma anche del ministro Giancarlo Giorgetti, entrambi “platealmente smentiti” dalla premier.  Ora servirà un nuovo decreto ministeriale, che dovrà firmare sempre Leo, per sospendere l’applicazione della nuova versione di uno strumento che è “sempre stato residuale”, precisa nel frattempo il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, spiegando che viene “utilizzato dall’amministrazione finanziaria quando non ha alcun elemento per ricostruire il reddito di un contribuente, come nel caso degli evasori totali che non hanno presentato la dichiarazione, non hanno redditi, ma dimostrano di avere una significativa capacità di spesa”.

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