Economia e Lavoro

Regole di Bilancio, il Parlamento Ue approva le nuove regole. L’Italia gira le spalle

 

Il Parlamento europeo ha approvato invia definitiva le nuove regole di bilancio che erano state concordate in via preliminare con il Consiglio dell’Unione europea lo scorso febbraio. Il Consiglio dovrà ora dare la sua approvazione formale alle norme. Una volta adottate, le norme entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Gli Stati membri dovranno presentare i primi piani nazionali entro il 20 settembre 2024.  Soddisfatto il Commissario agli Affari Economici dell’Ue, Gentiloni: “Siamo usciti da quattro anni straordinari per l’economia dell’Ue”. “Durante tutto questo periodo è stata applicata la clausola di salvaguardia generale” che ha sospeso il vecchio Patto “dando agli Stati membri il margine di manovra di cui avevano bisogno per rispondere a questi shock. Ora abbiamo voltato pagina su quella fase e siamo pronti ad aprire un nuovo capitolo per la governance economica nell’Ue, un capitolo che, sono convinto, ci consentirà di affrontare le nostre sfide attuali e future con rinnovata fiducia”.    “Questo è un momento molto importante per la nostra economia” dichiara Gentiloni ricordando che il Consiglio Ue potrà ora “dare il via libera definitivo a questo pacchetto legislativo chiave nei prossimi giorni”.
“Questa settimana è trascorso esattamente un anno da quando la Commissione ha presentato le sue proposte per riformare la nostra governance economica, sebbene il lavoro preparatorio sia iniziato proprio all’inizio di questo mandato – aggiunge il commissario all’Economia -. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di correggere norme talmente rigide che spesso non venivano applicate. E siamo riusciti in questo obiettivo”.
“Come avviene dopo ogni negoziato, la riforma adottata oggi è un compromesso. Non è perfetto, in particolare fa ben poco per ridurre la complessità. Eppure è indubbiamente migliore delle regole esistenti, per quattro ragioni principali – sottolinea -In primo luogo, rafforza gli incentivi per gli investimenti pubblici, per le transizioni verde e digitale e per la difesa, e per le riforme. In secondo luogo, definisce un percorso credibile per la necessaria riduzione del debito. In terzo luogo, garantisce che gli Stati membri abbiano la responsabilità delle loro politiche fiscali, all’interno di un quadro comune europeo. In quarto luogo, dà maggiore risalto agli aspetti sociali e alle considerazioni climatiche”. Secondo quanto si legge in una nota del Parlamento UE, gli eurodeputati hanno rafforzato in modo significativo le regole per proteggere la capacità di investimento di un governo. Ora sarà più difficile per la Commissione sottoporre uno Stato membro a una procedura per disavanzo eccessivo se sono in corso investimenti essenziali, e tutta la spesa nazionale per il cofinanziamento dei programmi finanziati dall’UE sarà esclusa dal calcolo della spesa del governo, creando maggiori incentivi investire.

Inoltre, con le nuove regole i Paesi con debito eccessivo saranno tenuti a ridurlo in media dell’1% all’anno se il loro debito è superiore al 90% del PIL, e dello 0,5% in media all’anno se è compreso tra 60% e 90%. Se il deficit di un paese è superiore al 3% del PIL, dovrebbe essere ridotto durante i periodi di crescita per raggiungere l’1,5% e creare un buffer di spesa per le difficili condizioni economiche. Le nuove norme contengono anche diverse disposizioni per concedere più respiro. In particolare, concedono tre anni in più rispetto ai quattro standard per raggiungere gli obiettivi del piano nazionale. I deputati hanno assicurato che questo tempo aggiuntivo possa essere concesso per qualunque motivo il Consiglio ritenga opportuno, e non solo se vengono soddisfatti criteri specifici, come inizialmente proposto. Su richiesta degli eurodeputati, i Paesi con un disavanzo o debito eccessivo – come l’Italia – possono richiedere un processo di discussione con la Commissione prima che questa fornisca indicazioni sul percorso di spesa.  Come sottolinea la nota del Parlamento UE, ciò darebbe maggiori opportunità al governo di far valere le proprie ragioni, soprattutto in questo punto cruciale del processo. Uno Stato membro può richiedere la presentazione di un piano nazionale rivisto se esistono circostanze oggettive che ne impediscono l’attuazione, ad esempio un cambio di governo. Inoltre, nel testo votato dal Parlamento europeo è stato rafforzato il ruolo delle istituzioni fiscali nazionali indipendenti, incaricate di verificare l’idoneità dei bilanci governativi e delle proiezioni fiscali con l’obiettivo che questo ruolo maggiore contribuisca a rafforzare ulteriormente il consenso nazionale ai piani.

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