Roma Capitale

Rifiuti, i bio-digestori di Roma potrebbero diventare tre

“Se pensiamo di costruire altri biodigestori oltre ai due applicati al Pnrr? Allo stato attuale i due potrebbero bastare, ma siccome abbiamo solo il 44-45% di differenziata dobbiamo arrivare almeno al 65% nei 5 anni, dobbiamo ipotizzare almeno un altro impianto”. Lo ha detto l’assessora capitolina all’Ambiente e Rifiuti Sabrina Alfonsi audita della commissione capitolina speciale sul Pnrr. “L’impianto Ama di Maccarese, che tratta oggi 30mila tonnellate di organico, è nel Comune di Fiumicino. Siamo in trattativa con il Comune di Fiumicino – ha spiegato Alfonsi – perché Fiumicino sta partecipando al bando Pnrr volendo applicare un impianto di biodigestione anaerobica da oltre 100mila tonnellate. Ci sarà un accordo di programma tra il Comune di Roma e il Comune di Fiumicino, se si chiude e il progetto gli viene finanziato, e poi ne servirà un altro”. Il vicedirettore di Ama Emiliano Limiti ha precisato che “l’impianto di Fiumicino non sarà come quello di Maccarese, che è di Ama, a completa disposizione della Capitale, ma servità innanzitutto Fiumicino. L’indipendenza di Roma dipende dalla capacità propria di smaltimento all’interno del territorio. Se poi ci sarà una capacità di smaltimento a Fiumicino, ci parleremo”. Con i progetti presentati per il Pnrr il Campidoglio “mette in campo i primi impianti di economia circolare che servivano per costruire il Piano industriale di Ama e chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma. C’è un grande investimento di Ama perché i biodigestori costano 58 milioni l’uno, 40 l’uno li mette il Pnrr e gli altri 38 milioni vengono messi da Ama. Un investimento lungimirante perché noi nei primi 18 mesi recuperiamo tutto l’investimento fatto considerato che oggi solo per trattare l’umido spendiamo 40 milioni di euro”. Il Pnrr, inoltre, ha spiegato Alfonsi ci dà la possibilità di finanziare centri di raccolta, ridando una seconda vita a molti oggetti e a loro pezzi prima che diventino scarti. Dobbiamo puntare ad avere almeno un’isola ecologica e un centro di raccolta per ogni Municipio, con questa misura abbiamo presentato 10 progetti: Tor de Cenci, Casal Selce, La Storta, Corcolle, via Wolf Ferrari, via Severini, via Chiesi, Via Tedeschi, una sistemazione a Corviale e piazza Bottero”. Questi centri, ha detto Alfonsi “hanno una copertura massima prevista dal Pnrr di 1 milione di euro ciascuno, quindi chiediamo al Pnrr 10 milioni e prevediamo un investimento di 22 milioni da parte di Ama. Infine applichiamo al Pnrr due impianti di valorizzazione della carta della e della plastica, uno verrà posizionato a Rocca Cencia, uno a Ponte Malnome”. Il costo complessivo di questi ultimi impianti è di 20,5 mln per il primo e di 21 mln per il secondo. “Avremo bisogno di altri fondi, ma il Piano industriale di Ama si baserà sui pochissimi impianti che ora ci sono, quelli richiesti con i fondi del Pnrr, gli impianti che sta usando Acea per la Capitale e impianti privati che sono sul territorio e con i quali si possono fare dei ragionamenti – ha sottolineato Alfonsi -. Avere impianti pubblici taglia quella catena che portava l’intera catena dei rifiuti in mano dei privati che dettavano le condizioni”.

 

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“Partirà a breve una pec (posta elettronica certificata) diretta al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, alla Asl competente del municipio e alla polizia municipale, nella quale chiederemo che si adoperino per un sopralluogo per valutare con urgenza lo stato dell’ex Borghetto degli Artigiani e prendere le dovute precauzioni del caso. In caso di mancata risposta, saremo costretti ad informare l’autorità giudiziaria”. A farlo sapere alla Dire il gruppo spontaneo di cittadini ‘ex Borghetto degli Artigiani’ del municipio V di Roma in merito alla questione riguardante l’estesa area verde compresa tra l’ex Snia Viscosa e l’area del Mausoleo di Sant’Elena, in via dell’Acqua Bullicante, che ieri è stata interessata da un vasto incendio che ha coinvolto rifiuti e plastica. La zona almeno da un paio di anni, riferiscono i cittadini, è abbandonata al degrado ed è diventata zona di spaccio. RESIDENTI ESASPERATI: “LA QUESTIONE VA AVANTI DA DUE ANNI” “Come cittadini abbiamo già presentato un esposto lo scorso primo marzo- raccontano i cittadini alla Dire- ma in realtà la questione va avanti da due anni. Ad agosto 2022 fecero una bonifica nell’area, annunciando che avrebbero realizzato un parco, ma a settembre dello stesso anno si sono insediati i primi occupanti, che hanno trasformato il Borghetto in una vera e propria piazza di spaccio, aperta 24 ore su 24, con tanto di consumo di eroina. A marzo 2023 è stato informato della situazione il Gabinetto del sindaco, a maggio 2023 aveva risposto il Dipartimento ciclo dei rifiuti, prevenzione e risanamento dagli inquinamenti, dicendo che c’era la disponibilità a trasferire al municipio V i fondi per rimuovere i rifiuti. Non è mai accaduto, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte dei residenti”. “OLTRE 50 PERSONE NEL DEGRADO ASSOLUTO, A FEBBRAIO IL PRIMO INCENDIO” Ad agosto 2023 c’è stata la “rimodulazione dei fondi per la sicurezza e tra i quasi 5 milioni che finanziavano 14 progetti- proseguono i cittadini- c’era anche la demolizione degli immobili in via Acqua Bullicante. A dicembre 2023 vengono quindi stanziati i fondi dal ministero dell’Interno, 500mila euro. Ma nel frattempo è accaduto di tutto, perché dentro l’ex Borghetto dormono più di 50 persone e la situazione è di degrado assoluto. A febbraio 2024 scoppia il primo incendio. Nel frattempo a marzo viene ritrovato il cadavere di un 42enne residente nell’area morto di overdose nel bagno di una pizzeria a Torpignattara; un altro uomo, morto sempre per overdose, è stato ritrovato invece all’interno dell’ex Borghetto”. In quel caso a presentare l’esposto ai carabinieri fu il presidente del V municipio, Mauro Caliste. A distanza di pochi giorni i militari della compagnia Roma Casilina entrarono nell’area abbandonata trovando accampati, in quelle che una volta erano le botteghe di fabbri, meccanici e falegnami, 4 persone fra i 30 e i 24 anni, tra cui tre uomini stranieri e una donna italiana, tutte senza dimora e già note alle forze dell’ordine. Dire

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