Roma Capitale

Roma Capitale, l’8 marzo sciopero generale dei trasporti. A rischio bus, tram e metropolitane

“Martedì 8 marzo trasporto pubblico romano a rischio per l’adesione allo sciopero generale di 24 ore da parte dei sindacati Cobas, Cub e Usb. L’agitazione interesserà la rete Atac – bus, metropolitane, ferrovie concesse – e le linee periferiche gestite dalla Roma Tpl. Il servizio sarà comunque regolare fino alle 8,30 e dalle 17 alle 20″. Così in un comunicato Roma Servizi per la Mobilità.

I settori coinvolti sono quelli dei trasporti, ma anche della scuola e delle pubbliche amministrazioni. Lo sciopero riguarderà anche il settore privato. Anche Ama, tramite un comunicato, fa sapere che l’erogazione dei servizi di igiene urbana della città di Roma potrebbe essere intaccata dall’agitazione: “Le Organizzazioni Sindacali di Base Usb (Unione Sindacale di Base), Cub (Confederazione Unitaria di Base) e Cobas (Confederazione dei Comitati di Base) hanno proclamato uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata di martedì 8 marzo, indetto per una serie di motivazioni di carattere generale (contro le violenze sulle donne, le discriminazioni sul lavoro e nella società, ecc.). Trattandosi di Organizzazioni Sindacali non rappresentative, si prevede un’incidenza limitata sull’erogazione complessiva dei servizi aziendali di igiene urbana nella città di Roma”. Sul proprio sito, i Cobas comunicano le ragioni dell’agitazione di 24 ore prevista per martedì 8 marzo: “Contro lo sfruttamento dilagante in particolare del lavoro femminile (maggiori licenziamenti, part-time imposti, lavoro in appalto, precarietà in estensione, salario inferiore a quello medio, pensioni sempre più lontane e “leggere”); contro il tracimare dello stato sociale e della sanità in ambito privatistico; contro la divisione sessuale del lavoro in cui quello di riproduzione e di cura è funzionale all’organizzazione capitalistica della società; contro la crescente violenza verso le donne, connessa ai ruoli e alle discriminazioni di genere, che richiede la valorizzazione del punto di vista di genere; per una scuola pubblica che garantisca il diritto allo studio per le allieve/i e il lavoro stabile e un reddito soddisfacente per i lavoratori/trici in ambienti davvero sanificati e adeguati, con investimenti massicci per il miglioramento delle strutture, la diminuzione del numero di alunni pe classe, la libertà e inviolabilità delle persone e il rispetto delle differenze; per una sanità pubblica potenziata, fuori dai circuiti privatistici, con la medicina di prossimità finalmente efficace; per la stabilizzazione nella P.A. di tutte le lavoratrici e lavoratori con contratti precari e/o in appalto, per la parità di diritti e di salario in tutto il lavoro privato e la fine della precarizzazione; per servizi pubblici che evitino di scaricare sulle donne tutto il lavoro di cura e di assistenza; per l’uscita immediata dallo stato di emergenza”.

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