La guerra di Putin

Rosatom interrompe temporaneamente forniture di uranio agli Stati Uniti

 

Il 30 settembre la Russia ha sospeso le esportazioni di uranio negli Stati Uniti a causa della mancata copertura assicurativa. Lo ha riferito il canale Telegram ufficiale dell’agenzia nucleare russa Rosatom, “Strana Rosatom”.

“L’esportazione di combustibile nucleare dai porti di San Pietroburgo verso gli Stati Uniti è stata interrotta a causa della mancanza di copertura assicurativa”, si legge nel messaggio.

 

Data la rilevanza strategica di questa merce esportata è probabile si tratti di una misura tecnica temporaneatanto più che imprese statunitensi pagano circa 1 miliardo di dollari all’anno all’agenzia nucleare russa Rosatom e alle sue sussidiarie.

 

Come noto le compagnie di energia nucleare degli Usa si affidano all’uranio arricchito a basso costo prodotto da Mosca per acquistare il combustibile che genera più della metà dell’energia pulita del Paese.

 

L’amministrazione Biden si trova tuttavia di fronte a un dilemma, visto che trovare fornitori alternativi alla Russia è  complicato, e che gli impegni contro il cambiamento climatico rafforzano la necessità della Casa Bianca di sfruttare l’energia senza emissioni.

 

Infatti la  dipendenza Usa dall’energia nucleare crescerà sempre di più, in concomitanza con il desiderio del Paese di ridurre l’impiego dei combustibili fossili, mentre  nessuna società statunitense sembrerebbe essere pronta ad offrire gli stessi servizi dei russi.

 

In passato gli Stati Uniti dominavano il mercato globale dell’uranio arricchito, fin quando hanno consentito alla Russia di accaparrarsi metà del settore grazie anche. all’accordo di acquisto di uranio arricchito stipulato  tra Washington e Mosca, per promuovere il programma nucleare pacifico russo in seguito al crollo dell’Unione Sovietica.

La Russia è al momento il produttore più conveniente al mondo di uranio arricchito e chiudere con Mosca non è  così semplice, perché anche se l’Occidente ha in gran parte smesso di acquistare combustibili fossili russi, costruire una nuova catena di approvvigionamento potrebbe richiedere a Usa ed Europa anni e finanziamenti molto maggiori rispetto a quelli attualmente stanziati.

La dipendenza statunitense lascia anche le centrali nucleari del Paese, attuali e future vulnerabili ad un possibile arresto delle vendite di uranio arricchito potrebbe venire utilizzato  come strumento geopolitico di pressione.

GiElle

Related posts

L’importanza di chiamarsi Transnistria

Redazione Ore 12

Erdogan: “La Turchia non imporrà sanzioni alla Russia”

Redazione Ore 12

Zelensky: “Il 24 febbraio milioni di noi hanno fatto una scelta. Non una bandiera bianca ma una gialloblu”

Redazione Ore 12