La guerra di Putin

Russia, fame di munizioni per l’esercito e rischi nel prolungamento del conflitto

di Giuliano Longo

La questione della“fame di proiettili”nell’esercito russo è comparsa più volte sui social network e da mesi eccita una parte dell’opinione pubblica russa che segue da vicino i progressi della cosiddetta (ma ormai quasi non più) “operazione speciale” voluta da Putin un anno fa. Dallo scorso autunno, varie fonti  assicuravano ai cittadini che non ci sarebbero stati limiti al consumo di munizioni di artiglieria nella zona di operazioni denunciando la propaganda di  alcuni “agenti nemici” che stavano diffondendo la notizia peraltro ampiamente ripresa da molti media occidentali. In realtà la discussione sul munizionamento appare sempre più frequentemente anche fra gli stessi media specializzati in cose militari, fra i quali Top War,una pubblicazione che sul conflitto spesso ha mantenuto posizioni estreme rispetto alle lentezze dell’esercito russo. Lo scandalo, come noto, è scoppiato qualche tempo fa con la carenza di munizioni denunciata dalla formazione mercenaria  della Wagner   che da diversi mesi sta prendendo d’assalto la città di Bakhmut (Artemovsk in russo) nella Repubblica Popolare del Doneck  (DPR).   Il suo fondatore e proprietario, Yevgeny Prigozhin, ha spiegato la diminuzione della fornitura di proiettili alla sua Wagner come una cospirazione da parte di funzionari del Ministero della Difesa russo,che presumibilmente si oppongono ai successi della sua fanteria d’assalto, mentre  nella blogosfera e nei social network, i corrispondenti militari hanno iniziato a gareggiare per chiedere di risolvere il problema  e gli stessi combattenti  hanno iniziato a registrare video lamentando la situazione. Che Prigozhin voglia alimentare le sue ambizioni politiche non è un mistero a Mosca,ma  le voci sulla carenza di proiettili nell’esercito iniziarono ad apparire in piena estate, quando le forze armate ucraine, con l’aiuto dell’HIMARS MLRS, distrussero diversi grandi depositi di artiglieria nella Repubblica Popolare del Luhansk ( LPR) e nella DPR.Inoltre, nella polemica in corso di Prigozhin, non viene riportato che la Wagner   è fornita molto meglio di molte unità  della Federazione e ,nonostante da diversi mesi vigano alcuni limiti giornalieri all’uso dei proiettili di artiglieria per le milizie popolari , queste abbiano registrato successi a Soledar e nei pressi della stessa  Bakhmut. Il problema, quello vero, è capire quante munizioni l’industria militare russa produca, dato sconosciuto probabilmente classificato come segreto.  Nei primi anni ’90 ha l’esercito sovietico disponeva  circa 15 milioni di tonnellate di missili e munizioni immagazzinate in 180 arsenali, ma nel 2013 alle forze armate della Federazione rimanevano 3,7 milioni di tonnellate di munizioni dicui solo 1,1 milioni inutilizzabili. Nel 2020, quasi 300mila munizioni sono state riparate  negli arsenali e sono stati raccolti più di 20mila proiettili per sistemi di razzi a lancio multiplo, mentre, secondo gli esperti, il vero bisogno di munizioni è di milioni di pezzi all’anno. 

Le feroci battaglie per Bakhmut vanno avanti da diversi mesi e ogni settimana ci sono informazioni che le forze armate ucraine stanno lasciando la città, ma in realtà i combattimenti non si fermano. La città in quanto tale non esiste più: è stata ridotta in macerie proprio dall’uso intensivo dell’artiglieria , ma l’esercito ucraino si aggrappa  ad essa, e la Wagner, con il supporto delle forze armate della Federazione continua l’assalto. A giudicare dalle foto che  Prigozhin ha pubblicato online alla fine di febbraio, le perdite dei supi mercenari sono notevoli e ogni giorno muoiono decine di soldati. Anche l’ Ucraina subisce pesanti perdite, ma la guerra di logoramento (in questo caso, la battaglia di logoramento) e il tritacarne di cui parlano gli esperti, è sempre reciproco per cui risulta veramente difficile ritenere valida questa tattica utilizzata da entrambe le parti.

Quale valore strategico ha Bakhmut ? Quanto è produttivo spendere risorse significative (sia umane che logistiche) per un assalto a una città ben fortificata? Questa la domanda che comincia a circolare anche in ambienti moscoviti. Il colonnello in pensione dell’FSB (sevizi segreti russi) Igor Strelkov, ad esempio, ritiene che da un punto di vista strategico questo esercizio non abbia senso. L’opinione anche in certi ambienti militari, è che questa battaglia sulle rovine della città,  non risolverà nulla nel conflitto come d’altronde scrivono anche i media occidentali.  Inoltre ormai si ritiene che le forze armate ucraine, con la mobilitazione totale e le riserve di addestrate anche in Occidente, tenteranno un’offensiva in primavera, soprattutto considerando che questo inverno non si è sviluppata la temuta grande offensiva russa. “Senza un contratto di locazione su larga scala, comprese munizioni, proiettili, polvere da sparo di artiglieria, di cui siamo gravemente carenti – ha detto ancora Strelkov qualche giorno fa-  ….non saremo in grado di combattere per tutto il tempo che vogliamo. Potremmo essere a tutti gli effetti nudi e scalzi di fronte al nemico entro la fine di quest’anno – dipende dall’intensità dei combattimenti ” . Ad alcuni le dichiarazione del colonnello sono sembrate eccessivamente pessimista perché anche le forze armate ucraine hanno seri problemi con le munizioni, ma quanto sono pronte le forze armate della RF per ostilità a lungo termine? Questa domanda preoccupa molti, a Mosca. Per quanto riguarda gli aiuti militari Putin non può contare  sulla Cinapoiché, ed è un dato di fatto, Pechino non è un alleato della Russia, ma solo un partner commerciale che mantiene una posizione molto cauta sulla’ Ucraina, inoltre sono apparse informazioni secondo cui il servizio cinese Aliexpress avrebbe bloccato la vendita alla Russia di droni prodotti da DJI e Autel. La Russia dovrà quindi fare affidamento solo su se stessa,contro “l’intero Occidente collettivo” con il possibile risultato di venire sconfitta in un lungo conflitto di logoramento. Pertanto, il prolungamento del conflitto non è redditizio per la Russia, mentre nel tempo aumenteranno i rischi per la sicurezza del Paese grazie ad attacchi alla Crimea e oltre i suoi confini. Una posizione minoritaria questa, ma diffusa fra un certo establishment russoe  che contrasta con la propaganda ufficiale.

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