La guerra di Putin

Sabotaggio del gasdotto Nord Stream 1, la versione russa

 

di Giuliano Longo

 

Era naturale che in un clima di guerra ormai imperante, dove la comunicazione conta quanto le armi in campo ucraino, rimpallassero le accuse fra Polonia/Ucraina e Mosca, anche se gran parte dei media occidentali riporta solo la versione diKiev. Ovviamente i russi la pensano in modo diverso con argomentazioni che (almeno) dovrebbero avere un loro spazio. Ma veniamo ai fatti  Nella notte del 26 settembre, la pressione nelle tubazioni Nord Stream 1 è scesa drasticamente. Poco dopo, lo stessa situazione   è stata registrata nel ramo del Nord Stream 2. nonostante lo stato “non funzionante” di questo tubo dopo il blocco della sua operatività voluto dalla Germania in conseguenza del confitto in corso, ma nel tubo era presente del gas sotto pressione.  A lanciare l’allarme è stata la società svizzera Nord Stream costituita per la gestione dei gasdotti provenienti dalla Russia. Come si evince dalle dichiarazioni del Governo danese e da quelle successive dei vertici UE, si tratta chiaramente di sabotaggio mirato a disabilitare contemporaneamente tre tubi , avvenuto in area esclusiva danese a sud-est di Bornholm. Sono stati i danesi, denunciando il sabotaggio, i primi a diffondere fotografie del gas naturale russo che sgorga dal fondo del mare con una bolla del diametro è di circa 1 chilometro. Secondo le stime, sta eruttando gas naturale per un valore di 2 miliardi di dollari che potrebbe fuoriuscire nell’atmosfera, il che sarebbe il meno se non si trattasse anche di una catastrofe ecologica al largo delle coste danesi. Il 27 settembre la notizia è arrivata dalla Svezia, dove i sismografi locali avevano registrato due esplosioni:“Una delle esplosioni ha avuto una magnitudo di 2,3 ed è stata registrata in stazioni di misurazione in tutto il paese”.La polizia danese ha definito questo evento come “sabotaggio grossolano”. Ma cosa rappresenta il Nord Stream in termini tecnici? Si tratta di due linee di 1224 km ciascuna, posate sul fondo baltico con tubi del diametro di 1,22 metri che arrivano in Germania punto di vendita finale. Oltre alle normali protezioni i tubi sono ricoperti all’esterno con diversi centimetri di cemento armato con acciaio. Per danneggiare pareti così spesse, era necessario un siluro mirato con una carica sagomata o semplicemente diverse dozzine di esplosivi equivalenti a TNT. Questo è probabilmente il motivo per cui è stata scelta la sezione terminale del tubo, il cui spessore della parete si avvicina a 27 mm, è il più lontano dalla Russia. La profondità nel luogo dell’esplosione è di soli 70 metri raggiungibili facilmente anche da batiscafi con moderne attrezzature subacquee che possono resistere a 300 metri sott’acqua. Il sabotaggio vicino alle coste della Danimarca e della Svezia consente di incolpare la Russia non solo per aver completamente tagliato il gas alla Germania, ma anche per aver determinato una catastrofe ambientale locale. Sin qui i fatti, ma secondo i russi si tratta di un proprio attacco alle infrastrutture russe innanzitutto perché la società di operatore Nord Stream AG è posseduta rispettivamente solo per il 51% da Mosca con soci tedeschi, olandesi e francesi,con il risultato, davvero masochistico, di sabotare strutture proprie se non per fini strategici che ne valgano la pena.  Quindi dal Cremlino sostengono si tratti di un attacco anti-russo.  Resta il fatto che mentre l’approvvigionamento europeo di gas ne riceve un enorme danno , comportando enormi rischi per l’Europa, l’Ucraina diventa il principale fornitore di gas attraverso il quale passa l’ultima linea di gasdotto funzionante.  E qui la versione di molti media russi diviene davvero sofisticata. I tedeschi di recente sono piuttosto riluttanti a fornire armi pesanti all’Ucraina, e ora l’unico tubo del gas sta vicino a Kiev o vicino a Varsavia, che rilancerà la sua linea Yamal-Europe del gas norvegese .  C’è anche il Turkish Stream, ma è molto più difficile trasferire flussi di gas nell’ovest dell’Europa attraverso di esso. Per Mosca il danno economico è relativo, ma l’indebolimento gasdotto ha messo immediatamente fuori servizio l’unica rotta del gas naturale verso l’Europa, e, sempre secondo fonti russe, il sabotaggio è stato prudentemente commesso nelle acque europee, in modo che i tecnici russi per la verifica del danno e la riparazione, non potessero in nessun caso arrivare al punto dell’esplosione. Si ricorda che i tedeschi insistettero sul lancio del Nord Stream 2 ora bloccato, ma , e qui arriva l’affondo, ma è impossibile eseguire un tale sabotaggio senza l’assistenza delle flotte NATO perché nessun sommergibile russo d’altura avrebbe potuto arrivare così lontano, a ovest, senza essere notato. Quindi questo sabotaggio viene considerato una provocazione diretta contro la Russia? Ognuno tira l’acqua al suo mulino in una guerra che incide ormai non solo la situazione economica dell’intera Europa, ma comincia a lambirne i confini.

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